A SCUOLA NELLE PETRALIE - PARTE 2

 

      


di Nino Albanese

Il periodo fascista
Con la riforma Gentile il fascismo prese il controllo della scuola, non solo per la formazione delle masse e per dare consapevolezza ai giovani della loro italianità, ma anche per inquadrarli nei suoi programmi politici. 


Dal 1928 l'inizio dell'anno scolastico fu fissato al 1° ottobre con chiusura al 30 giugno. Tale disposizione rimarrà in vigore fino agli anni '70.

Il sabato fascista era il giorno della settimana dedicato alle adunanze. I bambini, dai quattro agli otto anni, venivano chiamati Figli della Lupa. Da otto anni a quattordici Balilla, fino ai diciotto Avanguardisti e infine Giovani Fascisti.


Saggio ginnico delle scuole elementari a Petralia Soprana 

Nelle scuole elementari la giornata iniziava con la preghiera mattutina e il controllo dell’igiene personale: collo, orecchie, unghia e capelli.
Nei primi due anni della scuola elementare vi era il solo libro di lettura e il sussidiario per tutte le altre discipline dal terzo anno in poi.


Foto Mimmo Gulino

Gli alunni dovevano osservare una rigida disciplina, il rispetto delle regole, dell’ordine, dell’amor patrio e dell’obbedienza all’autorità dello stato. 
Il maestro teneva in calsse la verga o la ferula con la scritta "santa ragione", che ne giustificava l'uso.
Come si legge negli atti dell'epoca, secondo il pensiero di Giovanni Gentile, gli studi secondari erano di loro natura aristocratici e pertanto, un privilegio riservato a quelli che dimostravano un ingegno superiore o a coloro che possedevano un alto censo. 
Fu lo stesso Gentile ad introdurre il liceo classico e l'esame di maturità. 


I Figli della Lupa 
In una celebrazione del Ventennio 

A Petralia Sottana nel 1923 la dittatura soppresse la Scuola Normale e l'annesso convitto, mantenendo solo le cinque classi elementari femminili.
Riaprì solo nel 1929, ma come Regio Istituto Magistrale, a seguito di numerosi solleciti della popolazione, per poi divenire negli anni un punto di riferimento culturale per tutto il territorio e formare, per più di un secolo,  generazioni di maestri. Il convitto invece restò definitivamente chiuso. 

Un cenno a parte meritano le scuole speciali per gli emigranti. Nella foto qui sotto, un diploma datato 1923 della Regia Scuola Normale Promiscua Domina di Petralia Sottana per insegnare appunto in queste scuole, rette dal Commissariato Generale dell'EmigrazioneMolte persone che lasciavano l'Italia e partivano per l'ignoto, avevano per giunta un problema di analfabetismo! Quante difficoltà sono state affrontate in passato...


Diploma di insegnamento 
del Commissariato Generale dell'Emigrazione


Il Dopoguerra
A PETRALIA SOPRANA poco prima degli anni '50, la scuola elementare dal Collegio di Maria venne trasferita in alcuni locali del palazzo comunale. 


Palazzo Comunale
 di Petralia Soprana

I banchi avevano un buco rotondo per il calamaio. Il maestro sedeva sulla cattedra posta su una pedana per una visione panoramica dell’aula. La cartella in cartone conteneva, oltre al libro e ai quaderni, il portapenne, per il fusto e il pennino, la gomma, la matita, i pastelli e la carta assorbente. 


La cartella in cartone pressato

Le macchie di inchiostro erano frequenti e, dopo la scrittura, si doveva avere cura di asciugare la pagina con la carta assorbente, un'impresa difficile che ho sperimentato anch’io nei primi anni della scuola elementare. Quando, in seguito sono subentrate le stilografiche, con inchiostro caricato nel serbatoio della stessa penna, il modo di scrivere è migliorato. 


Astuccio, penne e portapenne

La svolta decisiva si ebbe con la penna a sfera, la famosa biro, che rivoluzionò il modo di scrivere e che abolì l’inchiostro. 
Il riscaldamento era con il braciere e solo alla fine degli anni '50 fu sostituto dalle stufe a legna. 
Questi sono stati per me gli anni della scuola elementare. 
Ricordo che la bidella, a zza Grazia, ogni mattina, preparava in tutte le aule il braciere per il riscaldamento, in barba all'ossido di carbonio... 


Successivamente, nella metà degli anni novanta, la scuola elementare fu trasferita per alcuni anni nei locali del palazzo Vigneri. Con la nascita dell’istituto comprensivo, gli alunni della scuola dell’infanzia e della primaria vennero trasferiti negli stessi locali della scuola media inferiore.


Il mio libro di quarta elementare 

Come già detto, sin dalla Legge Coppino erano state previste sanzioni per i genitori inadempienti all'obbligo scolastico. Questo principio venne mantenuto anche nella normativa successiva, come può vedersi in questa ingiunzione del 1947, condivisa  da Santo La Placa, e che riguardava sua madre, allora affetta di malaria.



Coloro che volevano continuare gli studi dovevano frequentare la scuola media inferiore, la cui sede era a Petralia Sottana. Per la frequenza, bisognava superare gli esami di ammissione. Il programma prevedeva lo studio dell’italiano, del latino, della lingua francese, della matematica, dell’Iliade e dell’Odissea; dopo la terza media era possibile iscriversi alle scuole superiori. 

A Petralia Soprana, sin dagli anni '30, nei locali del convento dei frati minori, per coloro che volevano continuare gli studi elementari, vi era anche la scuola di avviamento professionale, per l’inserimento al lavoro, attraverso lo studio di nozioni di agricoltura, di brani di antologia e di contabilità; le ragazze seguivano corsi di ricamo, cucito ed educazione domestica. 


VI classe di avviamento professionale
a Petralia Soprana nel 1938
Archivio Mario Sabatino

Le scuole secondarie di avviamento professionale avevano il duplice scopo di completare l'istruzione d'obbligo e di dare una generica preparazione professionale nei vari settori dell'attività economica.
Vi si accedeva con la licenza elementare o con esame di ammissione, ed al termine del corso di studi triennale si conseguiva la licenza di scuola secondaria di avviamento professionale con la quale si poteva ottenere l'iscrizione alla scuola tecnica, alla scuola professionale femminile, al corso superiore dell'istituto d'arte o all'istituto tecnico.


Studenti della scuola di avviamento professionale 

Io, dopo la scuola elementare, attraverso un esame di ammissione, ho frequentato la scuola media e l’istituto magistrale e, per sette anni, ogni giorno, sono andato a piedi a Petralia Sottana per potere continuare gli studi.


Fontana di Polemi 
sulla strada fra le Petralie


Con i programmi del 1955 alla scuola dell’obbligo fu data una impronta democratica. La scuola elementare fu divisa in due cicli : il primo ciclo comprendeva la prima e la seconda, il secondo ciclo la terza, la quarta e la quinta classe. L’educazione doveva muovere dal mondo concreto dell’alunno attraverso un insegnamento individualizzato, per andare incontro alle inclinazioni e ai bisogni di ciascuno, così da renderlo capace di ragionare e agire con la propria testa.


Ovide Decroly

In questo periodo, per merito di Giorgio Gabrielli, grande studioso delle teorie di Ovide Decroly, si diffuse nella scuola italiana il metodo globale, "riuscendo a trasmettere l'amorevole ed intuitivo spirito materno" agli allievi.
In luogo di un approccio tradizionale alla lettura di tipo analitico, con apprendimento dell’alfabeto e delle sillabe, il metodo, ancora in uso oggi, fa leva su percezioni sensoriali, emozioni, ed anche affetti del bambino di quell'età. Un bambino che ama il mare, di fronte ad un cartellone col mare non dimenticherà mai quella parola mare, così come non dimenticherà la scritta mamma, posta sulla foto di sua madre. Nelle prime classi, il sapere deve essere unitario. La necessità di ricorrere a uno studio più analitico e specialistico si avrà nelle classi successive e poi nelle università.


1953 - Costruzione della scuola
elementare di Blufi

Negli anni '50, per una più capillare presenza della scuola, nei piccoli centri e nei villaggi più sperduti, vennero istituite le scuole sussidiate, finanziate da associazioni e dai privati, e le scuole sussidiarie istituite dalla Regione Siciliana. 

Scuola rurale e scuola sussidiaria regionale: le scuole dei feudi
Già nel 1859 la legge Casati aveva previsto, oltre alle scuole urbane,, quelle rurali destinate a piccoli nuclei abitati.

Nel '900 diverse di queste scuole nacquero nelle borgate come Pianello, Blufi (allora frazione di Petralia Soprana) e Raffo, oppure negli ex feudi dove abitavano tutto l’anno i contadini, con la famiglia e i figli occupati nei lavori agricoli e pastorali. Alcune di queste località erano distanti dai centri abitati, prive di strade e di corrente elettrica. 

Nella metà degli anni '60, il governo regionale istituì le scuole sussidiarie in tutti gli insediamenti rurali. Bastavano solo cinque alunni e una stanza per l’istituzione del plesso scolastico.
Molto distanti dal centro vennero create, nel territorio di Petralia Sottana, la scuola del Landro, di Tudia, e nel territorio di Petralia Soprana, quella di Borgo Verdi.

Queste realtà scolastiche venivano chiamate anche “scuole dei feudi” e spesso, l’attività educativa sfuggiva al controllo delle istituzioni perché svolta in località remote, ove a tutto sovrintendeva il “campiere” al servizio del nobile proprietario, e dove a volte, attecchiva anche la mafia dei feudi.

Il Landro

Per raggiungere questi luoghi isolati, i maestri si spostavano a dorso di mulo e ritornavano a casa solo nelle feste principali. Dovevano impartire lezioni in delle pluriclassi e saper conciliare le esigenze scolastiche con le incombenze del lavoro agricolo o dell'allevamento del bestiame, che tenevano occupati gli alunni.
Le lezioni si svolgevano spesso in una stanza messa a disposizione da una delle famiglie, in una casa rurale. A volte, per la mancanza di una strada, l'insegnante percorreva delle mulattiere a piedi e con gli stivali.  Per scaldarsi i bambini si portavano spesso da casa a scarfetta, una scatoletta in legno rivestita all'interno di lamiera e con il coperchio di rete metallica.


A scarfetta
Foto di Elina Cerami

Borgo Verdi, negli anni '50 era stata affittata una casa occupata tutto l'anno dalla maestra, la quale vi si recava a cavallo, con la figlia piccola. Si tirava una tenda nella stanza principale, per creare una zona da adibire a classe e le madri degli allievi accudivano la bambina mentre lei insegnava.
Più vicine al centro, fra le borgate di Petralia Soprana, Borgo Pala o (Serra), Bonicozzo, Santa Marina, Acqua Amara, Salaci, ebbero la loro scuola sussidiaria. A Salaci si trovava presso la casa della persona che gestiva anche il centralino telefonico.

Le scuole popolari
Assieme a queste iniziative per combattere la piaga dell’analfabetismo, ancora molto diffuso nella seconda metà del XX secolo, il governo regionale creò anche le scuole popolari. Ricordo questo tipo di scuola tenuta nella frazione S. Caterina Lo Dico nel 72/73, in una casa in affitto.

Le scuole popolari venivano istituite di anno in anno su richiesta di un docente, i corsi si tenevano la sera per andare incontro alle necessità lavorative degli adulti e delle persone anziane. I programmi prevedevano la conoscenza strumentale della lettura, della scrittura e del far di conto. Fino agli anni '50 era infatti ancora solito incontrare, negli uffici pubblici, persone adulte analfabete che firmavano con il segno di croce, alla presenza di due testimoni che ne attestavano l’identità. 


Scuola di Cipampini

Le scuole delle frazioni
Nello stesso periodo, nelle frazioni più popolate delle Petralie, sono stati costruiti nuovi edifici scolastici per gli alunni della scuola dell’infanzia e della scuola elementare statale. Il plesso scolastico costituiva un punto di riferimento culturale per la borgata. Con il tempo, il calo demografico ha portato però alla chiusura di tanti plessi come quelli di Cipampini, Raffo, San GiovanniPellizzara e Salinella, dove gli edifici scolastici sono diventati luoghi di ritrovo per gli abitanti del posto, tranne a Salinella, ove l'edificio stesso mancava. 

Nel comune di Petralia Sottana nella borgata di Tudia l'edificio della scuola risulta ormai vuoto.

La scuola abbandonata di Tudia

Abolite anche le scuole sussidiarie con la legge regionale del 3 giugno 1975 n.38, gli insegnanti, ancora in servizio sono stati assunti dai comuni o da altri enti pubblici, con stipendi molto più consistenti di quelli statali. Oggi tutte queste località sono fornite di corrente elettrica, di strade e di chiese, ma in compenso risentono della piaga dello spopolamento. 


Scuola elementare di Pianello

La scuola media unificata
Fino agli anni '60, intere generazioni andarono a lavorare almeno ad 11-12 anni di età. Questo stato di cose cambiò solo con la legge n. 1859 del 31 dicembre 1962, che innalzò l'obbligo scolastico ad otto anni, istituendo la scuola media unica, per l'accesso a tutte le scuole superiori.


L' Istituto Comprensivo di Petralia Soprana

Si costruirono nuovi edifici scolastici in ogni paese d'Italia. 

A PETRALIA SOPRANA Soprana l'odierno istituto comprensivo venne realizzato vicino all'ex Convento dei Riformati, all'entrata del paese. 
È stato oggetto di ristrutturazione nel 2017.


L'Istituto Comprensivo 21 marzo di Petralia Sottana

A PETRALIA SOTTANA, ove la scuola media era stata sino ad allora accorpata all'Istituto Magistrale, venne costruito un nuovo edificio in piazza Tedesco.

Il Centro Maurizio Carollo per i giovani superdotati
All'innovativa scuola dei geni istituita nel 1967 a Petralia Soprana da padre Calogero La Placa è stato dedicato un apposito post, cui faccio rinvio.

Il Liceo delle Scienze Umane di Petralia Sottana
Nel 1969 all'Istituto Magistrale viene aggiunto un quinto anno di studio.
Dopo la creazione nel 1990 dello specifico corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria, è nato nel 2011 il Liceo delle Scienze Umane di Petralia Sottana.

L'Istituto Tecnico Industriale Vittorio Emanuele III di Petralia Soprana
Nacque a Petralia Soprana nei primi anni '60 come sezione staccata dell'Istituto Tecnico Vittorio Emanuele III di Palermo. Per circa 3 o 4 anni gli alunni del quinto anno andarono a Palermo per sostenere gli esami di stato.


Istituto Tecnico Industriale 
negli anni '60

Nei primi anni '60 ospitò anche per qualche tempo la scuola media, prima che venissero edificati i locali dell'odierno istituto comprensivo.

Anno scolastico 64/65

L'Istituto tecnico oggi


La sfida dei giorni nostri
La digitalizzazione, a cui sono sottoposti anche i bambini fin da piccoli, i mezzi di comunicazione di massa, l'enorme diffusione della carta stampata e dei cartelloni pubblicitari, hanno avuto una ricaduta sulle modalità di apprendimento (offerto), ma anche sul comportamento individuale. Alla scuola rimane sempre il compito di un approccio strumentale più consapevole della lettura, della scrittura e del far di conto; di una scrittura manuale che auspico diventi un’espressione grafica, individuale e leggibile, nel rispetto dei metodi di “bella scrittura” che sono ormai tralasciati. Siamo portati a constatare, infatti, come le prescrizioni mediche sono decifrabili solo dal farmacista. 

È necessario, fin dalla scuola dell’infanzia e dalla primaria, il coinvolgimento delle famiglie, per trovare metodi e strategie educative comuni che vadano incontro ai bisogni e alle aspettative degli alunni, anche dei più fragili, spesso vittime di fenomeni di emarginazione e di bullismo. Assieme a tutto questo i frequenti episodi di violenza e di contestazione, anche nei confronti dei docenti, da parte dei genitori e degli stessi alunni, rischiano di vanificare il ruolo della scuola. 

Conclusione
Richiamandomi al concetto espresso nell'introduzione, non posso concludere senza un ringraziamento al mio maestro di scuola elementare.
Sempre vivo nel mio cuore è il ricordo di Francesco Lo Mauro, che insegnò a Petralia Soprana sino al 1968. Con lui, dal '51 al '53, non ho imparato solo le prime nozioni del sapere, ma anche lezioni di vita e di buoni sentimenti che sono rimasti immutati negli anni. Probabilmente egli ha anche ispirato il mio percorso di vita professionale. 


Il maestro Lo Mauro e i suoi alunni
Archivio Giancarlo Lo Mauro 

Ricordo ancora quando, durante una visita ispettiva, volle che gli parlassi della "Spedizione dei Mille" e, vista la mia emozione, mi disse "bravo" con un sorriso. Ogni volta che ci incontravamo, il mio era sempre il saluto reverenziale di un alunno perché nel mio cuore, era rimasto sempre "il mio maestro".
Oggi mi restano però i ricordi di un'infanzia felice assieme alla nostalgia di un passato che non può più ritornare.


Io e i miei alunni di Petralia Soprana
A.S. 1970/71


Ringraziamenti a Santo La Placa e Rosa Bruna D'Alberti.

 Per i cenni bibliografici si fa rinvio alla parte I


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