BONICOZZO E PRINCIPATO
Bonicozzo e Principato sono contigue, sorte entrambe lungo la trazzera selciata di comunicazione fra Madonnuzza e Raffo.
Come rivela il suo stesso nome, Bonicozzo è un'altura rocciosa di circa 1.000 metri di altitudine dalla quale si gode della visuale di magnifici panorami, sino all'Etna. Non ci è nota l'origine del nome Principato.
I Sabatini
Sia Bonicozzo che Principato erano possedimenti dei Sabatini, una delle famiglie nobili del luogo che nel Settecento, si sostituirono, ai vertici del paese (con i Polizzotto, i Longi, i Di Paola, i Pottino e gli Sgadari) alla vecchia nobiltà spagnola (Moncada e Alvarez) ormai assente dalla realtà locale. Una nuova aristocrazia attivamente partecipe alla sua vita sociale ed economica.
Il capostipite Sebastiano Sabatini era presente a Petralia Soprana nel 1800.
Anche Petralia Soprana partecipò attivamente ai moti siciliani del 1848 che avrebbero avviato in tutta Europa la Primavera dei popoli.
Dall'archivio comunale risulta che venne inviato a Patti, per lo scontro con l'armata borbonica, un drappello di cavalieri, guidati dal colonnello Sebastiano Sabatini. Egli morì in battaglia ed è ricordato, con gli altri caduti dell'insurrezione, in una lapide sita al Municipio di Palermo.
Rivoluzione del 1848 in Sicilia |
Il suo successore Pierlorenzo Sabatini si sposò con Carolina Longi, figlia del barone Giuseppe Antonio, erede con altre sorelle delle proprietà di famiglia. La coppia ebbe tre figli: Rosario Sabatini (morto nel 1922) che si sposò con Santa Tedesco figlia del Podestà di Alimena. Alla morte di Rosario, Santa sposò il fratello maggiore del marito, barone Giuseppe Sabatini, morto qualche anno più tardi.
Un terzo fratello maschio, il tenente Sebastiano Sabatini, nato a Petralia Soprana il 24/1/1890, morì in guerra a Gradisca d'Isonzo (GO) il 2/11/1916. Gli vennero conferite la medaglia di bronzo e la laurea in giurisprudenza ad honorem.
Carolina Sabatini nata nel 1920 e morta nel 1993, moglie del Cav. Salvatore Salvia, fu l'ultima del ramo primogenito.
Oltre che a Principato e Bonicozzo, i Sabatini avevano possedimenti nella parte più antica di San Giovanni, che confinava con quelle dei Pottino e degli Sgadari, e a Recattivo in territorio di Petralia Sottana.
Per via matrimoniale, oltre che con i Longi, i Sabatini erano imparentati con gli Inguaggiato e con i Gargano.
Altra esponente di questa famiglia fu Laura Sabatini, figlia di Rosario e di donna Caterina Inguaggiato, nata il 4.2.1855, amante come il padre della cultura e delle arti, fu scrittrice di romanzi e nel 1900 cofondatrice e prima direttrice della biblioteca comunale.
La creazione dei due nuclei abitati di Bonicozzo e Principato fu funzionale alle aziende agricole ed alle due dimore estive che i Sabatini fecero edificare a Principato e a Bonicozzo.
Quella di Principato è raffigurata in un dipinto del 1700-800, ove risulta sovrastata a poca distanza da una torre di avvistamento, di cui oggi non resta traccia né ricordo alcuno. Se ne deduce che sia crollata prima del XX secolo, e che ne siano state sicuramente riutilizzate le pietre altrove.
La struttura non è quella dei soliti bagli e rivela la prevalente funzione di villeggiatura. Infatti, pur in presenza di ampio cortile, l'elegante dimora padronale e gli edifici annessi non lo circondano, ma sono raggruppati in più file in discesa, collegate da scalinate che sfruttano la pendenza del terreno, venendo a creare per la facciata e per il cancello principale una prospettiva imponente e scenografica.
La chiesetta, elemento imprescindibile delle tenute nobiliari, è allineata anch'essa alle altre costruzioni.
Villa Principato dei Baroni Sabatini |
All'interno della villa baronale si trova il pozzo datato 1882 e noto come pozzo Barnissa, con riferimento alla baronessa Sabatini.
Di forma circolare, è costruito in pietre murate con malta cementizia, coperto con pietre murate a forma di mezza cupola, apertura a forma rettangolare, con a sinistra uno scifu a mezza luna ricavato in una sola pietra. Il pozzo oggi è in disuso ma è stato conservato come elemento decorativo.
Foto di Lorenzo Sausa |
Ingresso della villa |
Invece la villa Sabatini di Bonicozzo, appartenente ad altro ramo della famiglia, è abbandonata da tempo e risulta ormai un rudere.
Ruderi di Villa Sabatini a Bonicozzo |
Le aziende agricole dei Sabatini
Dopo l'Unità d'Italia vennero istituite le stazioni agricole sperimentali, centri di ricerca scientifica agraria, tra cui negli anni 1870 anche la Cantina Sperimentale di Palermo. Prima che imperversasse anche nelle Petralie la fillossera, nelle riviste specialistiche degli anni 1880-90, vengono segnalati i risultati ottenuti dai vigneti gestiti a Principato dal barone Gaetano Sabatini nella produzione di uva catarratto e nerello, così come quelli di Pierlorenzo Sabatini nella sua azienda di S. Giovanni.
L'antica strada selciata che scende verso Raffo offre una passeggiata incantevole.
Ma nel suo libro Un mondo che scompare II, Peppino La Placa rammenta che la zona un tempo era considerata dagli abitanti della vicina Raffo come terra di spiriti e di folletti, che si manifestavano ai viandanti in ora notturna.
Per tranquillizzarli, nell'800 il barone Sabatini aveva edificato a breve distanza dall'altra, lungo il percorso, una croce in ferro, una pietra scolpita raffigurante le Anime del Purgatorio ed un SS. Sacramento.
La pietra oggi non esiste più.
Procedendo lungo la strada in discesa, nella frazione Principato, si trova anche una edicola votiva.
Sulla strada di Bonicozzo, il 30 settembre 1920 vennero uccisi da mano mafiosa due consiglieri comunali socialisti, Croce Di Gangi di S. Giovanni, e Paolo Li Puma di Raffo, in seguito ad un agguato teso loro al rientro da una riunione della lega contadina locale, dopo che i due si erano separati.
28 anni prima dell'omicidio di Epifanio Li Puma, le lotte contadine erano in atto a Petralia Soprana e pagavano già un tributo di sangue.
D'altronde, esiste prova documentale di un'attività di "resistenza" contadina ancor precedente, dall'indagine svolta nel 1907 per incarico parlamentare da Giovanni Lorenzoni, "sulle condizioni dei contadini in Sicilia".
A Petralia Soprana in particolare, egli intervistò personalmente (compilando anche questionari) diversi agricoltori delle fattorie di Raffo, Blufi, S. Giovanni, Salaci e Pianello e riportò quanto da loro riferito:
"Quanto ai rapporti dei contadini coi proprietari riguardo ai patti agrari e ai salari, sono ora migliorati, per effetto dell'emigrazione e un po' anche per l'opera di un'organizzazione di resistenza che seppe sfidar l'avversione dei proprietari e le insidie dell'autorità."
Questo è un dato storico importante del fatto che già nel 1907 si fossero ottenuti nelle borgate dei risultati positivi.
Dell'inchiesta parlamentare risulta che in quell'anno in territorio di Petralia Soprana fossero operative, con un numero di iscritti rilevante per l'epoca, tre distinte leghe: una a Soprana centro, una seconda a Pianello e una terza a Blufi.
Dopo la prima fase protestatoria dei Fasci Siciliani, duramente repressa, il movimento contadino, dopo la prima guerra mondiale, si era riorganizzato in cooperative e leghe per la tutela dei braccianti e la gestione diretta della terra, sulla base delle norme del 1918 che consentivano ai prefetti di concedere terre anche private alle cooperative agricole. Per questo motivo, alla vigilia e agli esordi della dittatura fascista, si assistette ad un'ondata di repressione e di episodi di criminalità mafiosa, diretta alla sistematica soppressione degli organizzatori della lotta contadina, e alla conservazione dell'ordine costituito: in Sicilia nello spazio di tre mesi, alla fine del 1920, insieme al Di Gangi e al Li Puma, vennero uccise per motivi politici ben 12 persone: sindacalisti, socialisti e persino un arciprete che aveva creato un'associazione popolare.
Nel 1919 Di Gangi e Li Puma avevano votato NO al plebiscito fascista e se ne erano vantati in pubblico. E dopo il loro omicidio, nel 1923, le cooperative agricole vennero soppresse dal governo.
Cenni bibliografici
- Disegni del Fondo Antico della Biblioteca Comunale Frate Umile Pintorno di Petralia Soprana
- Le stazioni sperimentali agrarie italiane, Volumi 11-13, Editore Società tipografica modenese, 1883
- Atti della Regia Stazione Agraria Sperimentale di Palermo, 1891
- Inchiesta parlamentare sulle condizioni dei contadini nell'Italia Meridionale e in Sicilia, Tomo I: Relazione del delegato tecnico Giovanni Lorenzoni, Tipografia nazionale di Giovanni Bertero, Roma, 1910
- Francesco Ferruzza Sabatino, Cenni storici su Petralia Soprana. Palermo. Pezzino, 1938
- Di Martino Maria, Giacomarra Mario, I quartera di Soprana, Tesi di laurea, Facoltà di lettere e filosofia, Università di Palermo, 1993-1994
- Ferdinando Mazzarella, Rosario Ferrara, Petralia Soprana e il territorio madonita: storia, arte e archeologia, Atti del seminario di studi Petralia Soprana Chiesa di San Teodoro 4 agosto 1999, Comune di Petralia Soprana
- Umberto Santino, Storia del movimento antimafia: dalla lotta di classe all’impegno civile, Editori riuniti, 2000
- Antonio Giangrande, Contro tutte le mafie, I parte, 2018
- sul Tenente Sabatini, Archivio Storico dell'Università di Bologna
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