IL CIRCOLO DI CULTURA


IL CIRCOLO DI CULTURA
di Mario Sabatino

Secondo l'ordinamento amministrativo di fine Ottocento, si votava per censo e per istruzione, per cui automaticamente lo potevano fare solo i nobili e famigli dei nobili. Ed infatti a Petralia Soprana nella carica di sindaco, si alternavano regolarmente una volta un Pottino e un'altra uno Sgadari.

Tanto è vero che venne coniata una frase di sfottò : Cu passa da Suprana non è arrubato, Sgadari dorme e Pottino è malato.

La nobiltà, che teneva quindi le redini del paese, aveva da tempo un proprio circolo, il Circolo dei Civili, noto più comunemente come Circolo dei Nobili, sito in piazza Quattro Cannoli. Ma quando negli anni 1894-96 il seicentesco Convento dei Carmelitani Scalzi venne ristrutturato come Palazzo Municipale, con il suo prospetto in stile neogotico e con gli uffici situati al primo piano, i nobili decisero che il piano terra del nuovo edificio fosse una sede più prestigiosa per il proprio sodalizio, e cedettero invece al comune i locali occupati sino ad allora.


Nel giardino del Circolo
vari  reperti della Chiesa del Carmelo


In quest'ultimo stabile, che fu venduto con atto notarile al Fascio, venne quindi installata in un primo tempo la Posta (c'era ancora la buca negli anni '50). Infine, quando nel Dopoguerra tutti i beni del Fascio passarono allo Stato, l'edificio venne comprato da un privato.


La sala da bigliardo


Con atto notarile i locali sottostanti il municipio furono ceduti al Circolo dei Nobili in comodato gratuito perpetuo, "sino a che l'associazione fosse esistita". A quei tempi non c'era statuto; non ce n'era necessità perché di fatto si trattava di un ambito chiuso, riservato ai nobili e ai loro parenti. Punto e basta. Al Circolo i nobili si dedicavano soprattutto al gioco, si giocava d’azzardo, molti feudi passarono dall'uno all'altro nel giro di una notte.

Nei suoi ricordi di gioventù, Gioacchino Lanza Tomasi di Lampedusa evoca la classe nobiliare di Petralia Soprana radicata nel proprio comune montano, baroni del Settecento o di Garibaldi, che al circolo si dedicava al gioco d'azzardo natalizio: "nel fumo spesso il dialetto si intrecciava al solo francese praticato dal giovane signore fatto di carreaux, cheval, e tutto il lessico croupieristico trasmesso per via orale da chi era stato a Montecarlo".


Nobili nel giardino del Circolo dei Civili
Sotto la statua era sita una neviera.

Il sodalizio restò appannaggio esclusivo dei nobili sino al 1924. In quell'anno, con l'avvento del Fascismo, divenne infatti Circolo del Littorio. Furono fatti cambiamenti nelle bandiere e installati due lampioni in ferro battuto a forma di fasci littori, di cui uno esiste ancora nel giardino.

A questo punto venne elaborato uno statuto, per cui si entrava solo se muniti almeno di diploma. Ma non bastava, tant'è che mio padre, pur avendo il diploma di geometra oltre ad essere segretario comunale, venne bocciato.

Foto di Marcello Lo Mauro

A quei tempi si votava per l'ammissione con un voto segreto. L'urna per votare era una sorta di pallottoliere munito di un tubo. I membri del circolo votavano infilandovi una pallina. All'interno del tubo si trovava una separazione per cui, senza essere visto, il votante poteva far cadere la pallina a destra, in un cassetto bianco oppure a sinistra, in un cassetto nero.
Si narra di un socio che per anni votò sistematicamente contro, per principio, come rivelava l'eterna e spesso unica pallina nel cassetto nero.



Al Circolo del Littorio, non è che si facesse granché, lo si continuava a frequentare essenzialmente per giocare e leggere giornali e riviste, senza svolgervi alcuna attività particolare.


La sala da gioco oggi

Dato che Savochella era disboscata, ad agosto di ogni anno, vi si stabiliva, per le esercitazioni, il reggimento Aosta di Palermo. Venivano trasportati cannoni e semoventi. Arrivavano quindi gli ufficiali e le loro mogli, che venivano subito invitati a frequentare il Circolo. 
Con queste esercitazioni coincideva quindi il periodo più movimentato, di maggior fulgore dell'associazione, in cui si tenevano balli e che si concludeva con una festa finale.


Le esercitazioni

L'unico avvenimento di interesse particolare si ebbe nel 1939, quando a Petralia Soprana venne in visita il Principe Umberto, per assistere alle esercitazioni dei militari, che dovevano fare qualche tiro. Era previsto che arrivasse alle undici e invece si presentò all'una. C'ero anch'io. Si era in agosto e dovemmo stare ad aspettarlo fermi sotto il sole. Schierati all'inizio del paese in direzione di Sottana, c'erano “gli Avanguardisti”, a seguire i Balilla, e più oltre, nella piazza, noi Figli della Lupa e le “Giovani Italiane”. Un trombettiere avvisò quando il principe giunse alle porte del paese, e tutti si misero pronti sull'attenti. 


Visita del Principe Umberto
a Petralia Soprana
1939

Giunto nell'allora Piazza del Littorio, Umberto scese dalla macchina, entrò al circolo, gli venne offerto un aperitivo, risalì in macchina e se ne ripartì, per andare a pranzare a villa Sgadari insieme ai notabili. Avevamo a Soprana un membro del Gran Consiglio del Fascio, il marchese Ettore Pottino. E quindi fu lui a fare gli onori di casa.

Dopo la guerra il sodalizio riprese il nome di Circolo di Cultura. Dove oggi c’è l'ingresso del Museo Civico, si trovava un grande cortile, un'arena dove si facevano spettacoli e dove spesso si ballava: la Taverna dei sette peccati.


Alle spalle di chi guarda si trovava
la Taverna dei sette peccati.
Foto di Francesco Lo Mauro

L'interesse di noi giovani era concentrato soprattutto sui trattenimenti, ed in particolare sul Carnevale organizzato dall'associazione. Si stava a ballare sino all'alba delle Ceneri. Ricordo che il martedì mattina, noi che eravamo studenti a Palermo, dopo una notte in bianco e senza tornare a casa, con i bagagli già pronti, ci spostavamo direttamente dal Circolo in piazza, ad aspettare in piedi a poca distanza u postali, la corriera.


L'Istituto Domina di Petralia Sottana 

Le due Petralie avevano un livello culturale molto elevato, erano veramente "la perla delle Madonie". Molti venivano da fuori specialmente per la libertà di cui godevano qui le donne, che erano molto emancipate e aperte. Ciò si doveva in gran parte alla presenza a Petralia Sottana del convitto femminile, dove si trovava la scuola che allora si chiamava complementare, la normale (l'odierno magistrale), che aveva frequentato anche mia madre, così come le sue sorelle. Una di loro, Vittoria, nei primi anni del Novecento insegnò a Raffo.


Una partita avvincente al circolo
 negli anni '70

Ma già da anni si erano affermati a Petralia Soprana principi innovativi in tema di parità delle donne. Basti pensare che addirittura nel 1883, quando venne fondata la società operaia, venne scritto nel suo statuto: "Possono essere soci gli uomini e le donne del comune di Petralia Soprana". Quindi già a quell'epoca, su questo punto il femminismo aveva vinto.

Il Circolo di Cultura ci mise un po' di più, le donne poterono accedervi come membri a tutto diritto, solo nel '58-59. Prima erano ammesse solo le donne parenti di soci, eccezionalmente per le feste.


Anni '70
Le donne erano ormai parte integrante.


Dopo un lungo periodo di inattività, con la nuova direzione, il Circolo ha avviato una serie di interessanti e variegate iniziative, corsi, concerti, cineclub, conferenze ed incontri nel campo della storia, dell'arte, della letteratura ed altro.

Una particolare menzione, per la sua novità assoluta, merita la rassegna estiva Quattro chiacchiere in giardino, che si focalizza quest'anno, nell'arco di diverse serate, su ognuna delle 33 frazioni di Petralia Soprana. Queste sono per la prima volta oggetto di uno studio organico, con testimonianze e ricordi diretti su molte importanti vicende della vita sopranese dell'ultimo secolo.

Oggi il nuovo corso ci da la motivata speranza che il Circolo diventi il vero centro culturale del borgo e un punto di riferimento per i paesi madoniti.



Rassegna Petralia Soprana e le sue frazioni
Estate 2024


Cenni bibliografici 

- Francesco Ferruzza Sabatino, Cenni storici su Petralia Soprana, Palermo, Pezzino, 1938

- Guido Macaluso, Petralia Soprana, Guida alla storia e all'arte, Palermo 1986

- Mario Sabatino, Petralia Soprana, ieri e oggi, Comune di Petralia Soprana, 1998

- Gioacchino Lanza Tomasi di Lampedusa, Quella Sicilia, in "Scusate la Polvere" di Renata Pucci di Benisichi, Sellerio 2004

Contrasti e accordi 1975-1981, Fotografie in bianco e nero di Marcello Lo Mauro, Petralia Soprana 2019

- Mario Sabatino, U postali ô Patrinuostru. Come eravamo nel '900 a Petralia Soprana, edizioni Arianna, 2023




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