FERIE DI AGOSTO

 

Foto Maria Grazia Richiusa


FERIE DI AGOSTO 
di Mario Sabatino

Un tempo a Soprana il mese di luglio si concludeva portandosi via le giornate interminabili passate sulle aie a spartiri l’aria. Dapprima si cominciava con i poderi più a valle, Xireni, Vanelle, Fontana Maturri, Maimuni, per finire a Pinta dove il mezzadro du Ponte a Cirina borbottava continuamente per il misero prodotto, aveva seminato tre “tumuli” di grano e rischiava di raccoglierne appena tre...


Foto Francesco Lo Mauro

Ad agosto ci si approntava per le grandi feste: la prima era il Salvatore che portava in paese centinaia di contadini che avevano già da spendere i soldi del ricavato della terra. 
La festa era caratterizzata dalla cuccagna e dalla potente maschiata
U mascaru Mastru Nardu Librizzi occupava tutta la piazza della Matrice e faceva esplodere centinaia e centinaia di petardi dopo la processione.


Processione del SS. Salvatore 
Negli anni '50

Dopodiché ci si preparava per il Ferragosto, festa preminentemente laica.

Nel 1938, Peppino Messineo u barunieddu, Damiano Sabatino u gigneru, Gino Alessi u professuri e il Canonico Averna, si inventarono una festa a Villa Sgadari, con gimkana automobilistica e premiazioni varie.


Gli artefici del Ferragosto Sopranese del '39


La gimkana di Villa Sgadari era un richiamo per tutti gli automobilisti delle Madonie, le cui signore si cimentavano nei giochi più impensati. Le auto venivano segnalate all’ingresso, al cancello della Villa, da un colpo di schioppo, gli spalti consistevano nella scarpata del podere adiacente dove si riversavano migliaia di cittadini. 

In primo piano a vazzica,
 l'altalena usata nella gimcana


La gimkana si eseguiva in coppia, la “gentile donzella”, spesso la moglie o la fidanzata, doveva con una certa velocità eseguire certi esercizi: aprire un catenaccio scegliendo la chiave da un grosso mazzo, scegliere un gallo tra tante spaventate galline, sottoporsi a semplici esercizi di matematica. Il pilota invece doveva superare a vazzica, una grossa altalena di legno, con un asse centrale che si abbassava dall’altra parte una volta giunti in cima, sparare al tiro a segno ed evitare di far cadere i birilli disseminati nel circuito, il tutto con una sostenuta velocità che caratterizzava la graduatoria.

Gina Messineo Lio taglia il nastro della gimkana a Villa Sgadari

Con l’avvento della guerra tutte le feste furono abolite, non si sparavano neanche più i petardi dopo la processione. 

Negli anni Sessanta, per iniziativa di alcuni amministratori locali, si riprese la tradizione del Ferragosto, inizialmente con a cravaccata, un corteo di decine e decine di muli e cavalli, provenienti dalle varie frazioni del paese, in particolare Raffo, Verdi e San Giovanni, con in testa a zita con il tipico vestito della festa e u zito in abito di velluto a coste grosse, il tipico fazzoletto rosso al collo e la coppola dei giorni di festa.


1964, una delle ultime cravaccate.
 Il gruppo della Cordella di Raffo
sale dalla strada del Loreto
Foto di Manuela Li Puma

A sera si andava a Villa Sgadari dove si svolgeva  una grande serata di musica popolare. 

Dal 1964 nella piazza della Matrice si esibisce il ballo della cordella di Raffo.


La Cordella in piazza Matrice negli anni '60
e negli anni '80

Con lo sviluppo della rete viaria carrabile e della meccanizzazione dell’agricoltura, vennero meno gli animali da soma e da trasporto, di conseguenza non ci furono più matrimoni con la tipica cravaccata. Gli ultimi protagonisti di questa, a mia memoria furono Pietrino Cerami, venuto su da Salaci con una giumenta, e Cicco Calderaro da San Giovanni, seguito da un’interminabile fila di cavalli. 


Rievocazione della cravaccata nel 1978 

Alla fine degli anni Settanta il Ferragosto sopranese, rimanendo una forte attrazione, cambiò completamente volto. 

Al mattino una passeggiata gastronomica fa conoscere le realtà alimentari del paese: u riminune, detto anche simulune, polenta di grano macinato nel piccolo mulino a pietra ereditato dagli antichi romani, i scacciate fritte o cotte alla fiamma nel forno a legna, a ricotta cu u sieru e a tuma, i favi squadati e i ciciri vugghiuti


Fine anni '70. Rievocazione
 dell'uso del riminune 

Nel pomeriggio lungo il corso del paese si snodava il cosiddetto corteo baronale: donne e uomini in costume che raggiungevano dai palazzi baronali la piazza, ove un improvvisato notaio leggeva la dote della baronessa. 

Negli ultimi anni si è aggiunta una cerimonia nuziale religiosa sul sagrato della Chiesa Madre.


Scene dal matrimonio
 baronale nel corso degli anni

Nel 1978, come si potrà vedere in questo filmato condiviso da Giancarlo Lo Mauro, il Ferragosto fu occasione per una rievocazione di scene dell'Ottocento nelle vie del paese, con arti e mestieri tipici del passato. 


Anni '80
Scene di vita del passato rievocate nelle vie di Soprana

Dal 1991 la manifestazione è in gran parte gestita dall'Associazione Stendardieri e dalla Pro loco, con il patrocinio del Comune.


Anni '80
Nuove generazioni di stendardieri

Il bagno di folla  sempre rinnovato testimonia la validità della manifestazione. Complimenti agli organizzatori.


Costumi del
matrimonio baronale
esposti a Palazzo Pottino


Alcune delle foto sono state estrapolate dalle mostre fotografiche della Biblioteca Frate Umile Pintorno di Petralia Soprana. Al riguardo, un tributo va a Rosario Ferrara.


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