SERRADAMA

 


Su di un'altura che sovrasta Salinella e Raffo sorge la frazione di Serradama, ove si trova un complesso agricolo-pastorale. È collegata al Centro da una strada selciata che sbocca nella strada di Bonicozzo, per giungere poi alla S.S. 120, a poca distanza da Madonnuzza.


Carta IGM

Un curioso toponimo

Il nome della contrada deriva da quello del piccolo corso d'acqua che vi scorre, denominato "Serradamo", e che confluisce con il torrente Fiumicello.

Proprio la conformazione del luogo giustifica la prima parte del nome, cioè Serra, che deriva certamente dall'identico termine catalano, e prima ancora, da quello latino, con il senso di ‘sega, lama dentata’, e per estensione, di altura o crinale. Mentre non è nota la motivazione della seconda parte. Una curiosità: in territorio di Contessa Entellina esiste un ex feudo Serradamo, che prende anche in questo caso il nome dal torrente che vi scorre.


Nelle carte e nei documenti, il toponimo viene riportato con diverse varianti: Serradama, Serra dama, Seraddama, Saraddama, Saraddamo, Serradamo e infine Serra Adamo.

Esiste anche una leggenda locale che evoca una antica dama proprietaria del luoghi e il suo bagno serale. Ma nel dizionario etimologico di Caracausi, troviamo altri spunti relativi a nomi di proprietari medievali; Ser Adamo, o Saljdamo.



Strada selciata in discesa a Serradamo


Nel tratto di fiume che interessava la zona delle frazioni di Salinella e Serradama si trovavano due mulini ad acqua, il mulino Paradiso, tuttora esistente, ed un altro, ormai scomparso, sistemato alla confluenza del torrenti Fiumicello e Serradamo, che non aveva vasche, ma un laghetto naturale chiamato localmente gibbiuni.

La tenuta apparteneva nell'800 alla famiglia Sgadari, come si legge in un avviso di divieto di caccia fatto pubblicare nella Gazzetta Ufficiale nel 1890. Agli inizi del XX secolo venne poi comprata da Giuseppe Castrogiovanni.

Giuseppe Castrogiovanni

Giuseppe Castrogiovanni, esponente di una famiglia di spicco della Petralia Soprana dei primi del XX secolo, fu ingegnere e poeta. Si dedicò allo studio con grandi sacrifici. Si racconta che a Palermo, per economizzare sul petrolio del lume, studiasse alla luce dei lampioni. 

Nei primi del 1900 operò in tutta la Sicilia. Fu capo dell'Ufficio del Genio Civile di Catania, e partecipò alla ricostruzione di Reggio e Messina dopo il terremoto del 1908. A lui si deve l’edificio del Genio Civile di Messina, il cui progetto fu oggetto di un premio speciale. 


Tracciato di Corso Umberto

In origine i Castrogiovanni e i Catalano erano venuti a Petralia Soprana per lavorare la pietra, erano provetti scalpellini; i figli costruirono il paese moderno, dalle strade agli edifici pubblici. Infatti l'ing. Castrogiovanni curò i progetti urbanistici più importanti che all'inizio del XX secolo, rivoluzionarono l'assetto stradale del paese, in particolare la realizzazione di due delle vie carrozzabili che tuttora permettono di attraversare in auto l'abitato, corso Umberto e via Medici. Si trattò all'epoca di grandi lavori, con abbattimento di edifici come la chiesa di S. Nicola ed eliminazione di importanti dislivelli fra la parte alta e quella bassa del paese. La pendenza della nuova strada costrinse i proprietari di gran parte dei palazzi dell'epoca a rifarne le facciate ed i portoni, i quali, al giorno d'oggi, presentano a prima vista una omogeneità di stile.


Il nuovo Corso Umberto negli anni '30

VILLA LUCIETTA A SERRADAMO

Nel 1920 a Messina, l'ing. Castrogiovanni aveva contratto la tubercolosi, morbo a quell'epoca ancora molto diffuso, riuscendo però a salvarsi, grazie alle amorevoli cure della sorella Lucia, la quale purtroppo ne venne contagiata e morì. 

L'Ing. Castrogiovanni davanti alla Villa

Questa tragedia familiare lo segnò profondamente, tanto da volere, per tutta la sua esistenza, perpetuare il ricordo di quello che egli sentiva come un santo sacrificio. Per questo motivo, acquistata una tenuta a Serradama, vi costruì negli anni '30 una casa di campagna che volle chiamare Villa Lucietta, all'ingresso della quale fece erigere un'edicola votiva dedicata a Santa Lucia, con una lapide in memoria della sorella.



Uomo di grande cultura, a Serradama, da lui chiamata Serra Adamo, possedeva una bella biblioteca con molti libri in lingua originale ed edizioni preziose francesi. In tarda età scrisse Dal mio diario di campagna del 1937 e Riflessi e palpiti di un'anima italiana, lungo e appassionato diario dal 1943 al 1952. Morì nel 1958 ed è sepolto nella cappella di famiglia a Petralia Soprana.


Riportiamo una sua poesia dedicata al luogo che tanto amò:

SERRA ADAMO

Terra della mia vecchiaia, arida
Di mancate dolcezze, 
Accogli oggi la mia povera anima, di te avida, 
E trasportala su e giù per i poggi, 
Ché il corpo mio è ormai stanco, 
E di giovanili forze assai manco.

Io la guarderò restando seduto 
A contemplarti da questa veranda, 
Dalla deliziosa casetta, muto.
Lontano dall'abbandonata landa, 
E la vedrò gioire di sua vita novella nell'incantevole gita.

La seguirò lontano col pensiero 
Nelle ardue e fortunose ascese, 
Tra dure balze e lo stretto sentier, 
Ch'attraversa le incolte scoscese, 
E tremerò nella precipitosa 
Discesa dalla serra ginestrosa,

Come fanciullo, col core pulsante, 
Nella dolcezza di verde pedana, 
Alla maestà del monte dinante, 
Che con la sua rupe Eccelsa di Soprana, 
La torre, col casino un dì festante, 
Una valle serrano primeggiante,

Nella freschezza e candor mattiniero, 
Al sole fragrante di primavera, 
Correre vorrei come un destriero, 
Su e su, mosso dalla passion vera, 
Che m'è compagna e seguire col canto 
Gli augelletti nel sublim loro incanto,

Ma il corpo mio, pure non tanto affranto, 
Seguir non può l'anima mia nel volo, 
Che sì veloce è nella corsa e intanto 
M'arresto qui, a contemplarti, solo, 
Terra mia bella, così come un tronco 
Fisso al suolo, che nello spirto è monco.

Villa Serra Adamo 24 aprile 1925


Ieri...
...e oggi 

Cenni bibliografici

Francesco Ferruzza Sabatino, Cenni storici su Petralia Soprana. Palermo. Pezzino, 1938

- Girolamo Caracausi, Dizionario onomastico della Sicilia, Repertorio storico-etimologico di nomi di famiglia e di luogo, Vol. II (M-Z) L'Epos, 1994

- Giuseppe Castrogiovanni, Dal mio diario di campagna, 1937 

- Giuseppe Castrogiovanni, Riflessi e palpiti di un'anima italiana, 1952

Ringraziamenti a Pietro Cassaniti, Ernesto Messineo, Domenico Gulino e Mario Sabatino.



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