TRINITÀ

 Le origini 

La frazione di Trinità deve il suo nome ad un antico sito sacro, situato alla confluenza di varie importanti trazzere. Da antiche scritture emerge che prima ancora dell'edificazione della chiesa omonima, la contrada avesse già questo nome.



Viene menzionata dagli storici come un importante crocevia di ben cinque tracciati medievali, fra i quali quello della via della Zingara e dei Forestieri che attraversa la zona di Raffo e quello della Cumenna a Blufi, come si può vedere nella carta più sotto.

Crocevia di cavalieri

Dal santuario della Madonna dell'Olio e dalla contrada Cumenna, e poi attraversata Giaia,  transitavano sia i Cavalieri di Malta che i Cavalieri Teutonici, andando verso nord, in direzione di Polizzi, per raggiungere rispettivamente la Commenda dei Cavalieri di Malta e la chiesa della SS.ma Trinità dei Teutonici, suffraganea della Magione di Palermo. 
Andando a sud ovest invece, superata Giaia, il percorso continuava, per i cavalieri gerosolimitani, in direzione del feudo Susafa e per i teutonici, verso Verbumcaudo e Alia.

Da Suburbia and Rural Landscapes
 in Medieval Sicily

La chiesa del '700

Proprio al centro della vecchia trazzera regia ivi esistente (l'attuale via Santissima Trinità), sorse la chiesa che da il nome alla frazione, oggi a croce latina, ma in origine un semplice cubo in pietra (corrispondente all'attuale presbiterio). Nel portale di pietra è incisa la data della sua fondazione: 1798.




Ai primi del '900, gli abitanti di Trinità, nucleo che si era sviluppato rapidamente, ingrandirono il luogo di culto, dandogli le sue attuali dimensioni. Il portale preesistente fu spostato nel nuovo prospetto. Negli anni '30, furono abbattute alcune stanzette adiacenti alla chiesa e al loro posto, fu costruita la casa canonica.



All'interno, nella parte antica della chiesa, sono tuttora visibili il soffitto a volta reale, gli stucchi decorativi e il timpano che incornicia il quadro della SS. Trinità.




Lo stesso porta la data del 1773, antecedente alla data riportata sul portale della chiesa. È stato restaurato nel 1945 e nel 1998.
Degno di nota, alla luce di quanto detto prima, è il fatto che la Madonna rechi sulla veste lo stemma dell'ordine dei Cavalieri di Malta: la croce delle otto beatitudini.

In basso si legge la seguente dicitura: S. Spiridion Episcopus Cipri miraculorum fons.
Spiridione nacque in una famiglia cristiana verso la fine del III secolo, a Cipro. Durante la persecuzione dei cristiani sotto l'imperatore Massimiano, fu arrestato ed esiliato. Di lui si riportano numerosi miracoli. La tradizione vuole che Spiridione partecipasse nel 325 al Primo Concilio di Nicea, sostenendo la dottrina dell'uguaglianza essenziale di Gesù con Dio Padre.


Foto aerea scattata nel 1998, bicentenario della chiesa 


In passato a Trinità officiavano sacerdoti di Petralia Soprana che vi giungevano a cavallo su muli offerti dai borghigiani. Solo nel giugno del 1928 la chiesa divenne parrocchia, distaccandosi da quella originaria.
Successivamente, i bombardamenti della seconda guerra mondiale danneggiarono un angolo della casa canonica.



Durante gli anni '60, la parrocchia ha poi ospitato il centro missionario.
In quello stesso periodo, dato che erano pericolanti alcuni muri e il tetto della navata, la chiesa fu parzialmente demolita e ricostruita. Così la navata risultò leggermente più alta della precedente. Poi nel 1974, fu la volta del campanile della chiesa, demolito e ricostruito più alto.

Nel 1998, in occasione del bicentenario (1798), è stato realizzato il rialzo del presbiterio che portava tutta l’area alla quota dell’altare principale. Ed è stata anche l’occasione per installare un altare rivolto verso i fedeli.


Foto aerea del 1998

Nel 2006 sono stati eseguiti altri lavori di restauro della chiesa, ripuliti e listellati i muri, rifatti tutti i tetti e il rosone e consolidata la struttura.
Infine nel 2012 è stato costruito uno scivolo con accesso alla porta laterale, scivolo fortemente voluto dal parroco Giuseppe Santo Velardi, nonostante da altri non venisse considerato una priorità, tanto da aver deciso di finanziarlo lui. 

Nella stessa occasione è stata realizzata un'aiuola ove è stata collocata una statua dell'Immacolata.


Foto di Natale Sabatino 2012

Fra le opere all'interno della chiesa, spicca un'Immacolata del prolifico scultore ottocentesco Vincenzo Genovese (1826/1900), nativo di Barcellona Pozzo di Gotto ma di formazione palermitana, specializzato in soggetti religiosi. Dello stesso artista si possono ammirare, sempre a Petralia Soprana, presso la chiesa di S. Maria di Loreto, le statue dell'Ecce Homo e della Madonna della Mercede. A Petralia Sottana, presso la Chiesa Madre, è custodita una sua statua di S. Francesco di Paola.



I Rinaldi a Trinità

Qui sino al XX secolo aveva possedimenti la famiglia nobile di origine medievale dei Rinaldi
una villa ora non più esistente e di cui ci sono rimaste queste foto dei primi del XX secolo. Il portone recava le iniziali di Carlo Rinaldi. 




Villa Rinaldi ai primi del XX secolo




Nelle due foto che seguono, della collezione di Domenico Gulino, vediamo le due sfingi che in passato erano collocate all'ingresso di Villa Rinaldi a Trinità.
Erano di manifattura siracusana e furono vendute alla fine del secolo scorso ad un privato.






Nel 1994 padre Velardi ha realizzato la struttura della chiesetta nel cimitero di Trinità. Diversi parrocchiani hanno contribuito al completamento e alle rifiniture.


Chiesetta del cimitero
Foto di Silvia Sabatino

Cenni bibliografici

- Aurelio Burgio, Alessandra Canale, Historical and Archaeological Data for the Ancient Road Network in Western Sicily from the Roman Period to the Norman Age. in Suburbia and Rural Landscapes in Medieval SicilyArchaeopress Archaeology, luglio 2023


-Luigi Santagati, Viabilità e topografia della Sicilia antica, Volume II, 2014

- Aurelio Burgio, Resuttano (IGM 260 III SO) - Forma Italiae - Serie I, vol. 42 - Leo Olschki editore, 2002


-Michele Cutaia, Arcangelo Vullo, Vincenzo Genovese da Palermo. Scolpì e colorìSecolo XIX, Lussografica, 2024

Ringraziamenti a Padre Giuseppe Santo Velardi, Mario e Silvia Sabatino, 
al compianto Mimmo Gulino e a Natale Sabatino




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