IL FEUDO MONACO
Monaco di mezzo |
Sin dal Medio Evo abbiamo notizia di un feudo Lo Monaco sito nel Val di Mazara fra le due Petralie, Polizzi e Resuttano, e delimitato per un lato dal fiume Imera Meridionale, feudo che era sede di signoria e faceva parte del territorio di Petralia Superiore.
Nel Trecento appartenne a Cicco Ventimiglia, figlio naturale del marchese di Geraci.
I Grimaldi di MonacoChi era costui? Era discendente di Enrico Grimaldi, patrizio genovese dei signori di Monaco (della stessa famiglia degli attuali Principi di Monaco). Enrico fu ciambellano e consigliere di re Martino, e nel 1397 divenne governatore di Castrogiovanni (Enna) ottenendo in compenso dei suoi servigi, tutte le terre confiscate ai nobili ribelli di quel territorio.
Stele funeraria di Pietro Andrea Grimaldi Chiesa di S. Francesco a Palermo Foto di Pippo Nicoletti |
I suoi discendenti furono baroni di S. Caterina Villarmosa.
In ultimo il nostro Pietro Andrea nel 1625 ottenne dal re di Spagna Filippo IV che la baronia fosse elevata addirittura a principato. Ed ecco i Grimaldi divenuti principi di S. Caterina di Villarmosa, oltre che signori di Monaco (il feudo petralese).
Filippo IV ritratto da Velàsquez nel 1624 all'epoca in cui fece i Grimaldi Principi di S. Caterina Villarmosa. |
Il tutto trova poi una giustificazione, oltre che nei testi sacri della storia nobiliare siciliana (Mugnos, Villabianca, Mango di Casalgerardo ecc.) in un testo genealogico cinquecentesco, Genealogica et Historica Grimaldae Gentis Arbor del 1647, scritto da Charles de Venasque-Ferriol (segretario di Honoré II, Principe di Monaco), che argomentava approfonditamente su tale parentela. Un riscontro di fonte monegasca particolarmente autorevole.
Il testo cinquecentesco che comprova la parentela fra i Grimaldi monegaschi e quelli siciliani. |
Per coronare il tutto, nel 2017, Il principe Alberto II di Monaco è venuto con la moglie in visita ufficiale a S. Caterina Villarmosa, confermando anche lui le comuni origini.
Possiamo quindi affermare che per una strana combinazione, così come i principi Grimaldi franco-genovesi furono e sono signori di Monaco (Monte-Carlo), anche i Grimaldi di Sicilia, Principi di S. Caterina, furono per un secolo circa signori di Monaco, riferendoci stavolta al feudo delle Petralie. Curiose coincidenze.
Inoltre, per le suddette considerazioni, il feudo Monaco avrebbe titolo per essere ammesso alla associazione franco-italiana Federazione dei Siti Storici dei Grimaldi creata dal principe Alberto nel 2022, e di cui fa parte appunto S. Caterina.
Il barone Paolo Agliata |
Stele funeraria di Paolo Agliata "Barone delli Monaci," Chiesa Madre di Petralia Sottana. |
L'antica chiesa del feudo Monaco, situata a Monaco di Mezzo. |
Successivi passaggi delle terre e dei titoli
Monaco Soprano insieme al titolo di barone passò nel 1722 a Domenico Pucci della famiglia nobiliare di Petralia Sottana.
D'altra parte, nel 1760, del titolo di barone di Lo Monaco, senza altre specificazioni, venne investito Francesco Sgadari, figlio di don Matteo Sgadari di Petralia Soprana, pur non essendo egli proprietario neppure di parte del feudo in questione.
La masseria settecentesca di Monaco di Mezzo |
MONACO DI MEZZO
Le terre di Monaco di Mezzo vennero ereditate dall'Opera Pia fondata dal barone Agliata, che gestiva l'ospedale di Petralia Sottana, e dopo l'eversione dell'asse ecclesiastico, vennero vendute dalla Commissione per la Vendita dei Beni Ecclesiali a don Michele Pottino (1807-1887) di Petralia Soprana. Oggi l'ex feudo appartiene agli eredi Ettore e Vincenzo, del ramo dei Marchesi di Echifaldo.
Michele Pottino |
Come possiamo leggere nel relativo sito, Monaco di Mezzo con la sua masseria è stato per secoli il fulcro del feudo.
Foto di Monaco di Mezzo ai primi del XX secolo |
Sino a pochi decenni fa, il caseggiato era circondato dai pagliari, rustiche capanne in pietra e paglia, dove le famiglie dei coloni vivevano nella stagione fredda. L’economia era quella del latifondo che peraltro, rispetto alle risorse umane e tecniche disponibili, era quella più rispondente al razionale utilizzo di terreni adatti a colture estensive a basso reddito.
Monaco di Mezzo |
Il frumento ed i prodotti dell’allevamento ovino erano il cardine del reddito aziendale. L’olivo e la vigna erano invece destinati a soddisfare i fabbisogni aziendali.
Stemma dei Pottino marchesi di Echifaldo |
Gli attuali discendenti, Ettore e Vincenzo Pottino, hanno affiancato alle tradizionali attività agricole l’attività agrituristica, restaurando l’antica masseria del ‘700, ai tempi perno centrale dell’azienda agricola, che si estende per circa 180 ha.
Sita al centro di una valle particolarmente vocata per la coltivazione del grano duro, l'attività è principalmente rivolta alla produzione di cereali come grano, orzo, farro, frumento e sulla.
I metodi di produzione sono assolutamente biologici e certificati. Sono stati infatti introdotti tutti gli ultimi accorgimenti utili per il risparmio energetico, quali pale eoliche, impianto di biogas, pannelli solari e caldaia per il riscaldamento autonomo. Tutt’attorno all’azienda si trovano circa 10 ettari di terreni coltivati ad olivo da cui si produce un olio dalle caratteristiche organolettiche uniche.
Gli animali degli allevamenti bovino e ovino possono pascolare allo stato brado, nutrendosi dell’erba dei pascoli attorno all’azienda, non subendo stress di alcun tipo e non venendo alimentati con mangimi sintetici.
Particolare attenzione e rispetto sono riposti nei temi della sostenibilità ambientale. L’agriturismo Monaco di Mezzo utilizza solo concimi naturali. È dotato di impianti da fonti rinnovabili ed è autosufficiente per quanto riguarda i consumi termici, essendo munito di una caldaia a legna che brucia la legna prodotta nel bosco aziendale di 80 ettari, e di un sistema di pannelli solari per la produzione di acqua calda.
Ringraziamenti per le foto ad Ettore Pottino
Cenni bibliografici
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