I FASCI SICILIANI A PETRALIA SOPRANA


I Fasci Siciliani furono un movimento di massa di ispirazione libertaria, democratica e socialista, sviluppatosi in Sicilia dal 1889 al 1894 e diffusosi fra proletariato urbano, braccianti agricoli, minatori e operai.

Fondato ufficialmente il 1º maggio 1891 a Catania, raggiunse l'apice nell'autunno del 1893, quando organizzò scioperi in tutta l'isola e tentò un'effimera insurrezione, dettando le sue condizioni alla proprietà terriera per il rinnovo dei contratti. 

Fra dicembre 1893 e gennaio 1894, sotto il terzo governo Crispi, a seguito di un sanguinoso intervento militare e di un decreto reale che proclamava lo stato d'assedio in tutta l'isola, il movimento fu sciolto e i capi furono arrestati.


L'Illustrazione italiana 1893

Le manifestazioni dei Fasci Siciliani vennero seguite in tutta Italia con molto allarme sociale. In particolare l'Illustrazione Italiana fornì nel 1893 e 1894 resoconti aggiornati e muniti di incisioni tratte da fotografie, che testimoniavano del diffondersi dell'insurrezione in molti comuni dell'Isola.

Anche a Petralia Soprana, si erano organizzati alcuni "sovversivi" capeggiati dal falegname Ignazio Abbate (nato il 22.8.1852), consigliere comunale, che, socialista sin dalla sua giovinezza, aveva tentato di istituire un fascio dei lavoratori, subendo minacce e pressioni. Nelle cronache locali si legge che era stato sorpreso, assieme a tale Citrano, ad appendere manifesti sul portone della chiesa del Carmelo.

L'Abbate in seguito, agli inizi del '900, emigrò negli Stati Uniti, e morì negli anni '40.


A destra in alto si intravede il tetto
 della scomparsa chiesa del Carmelo


Nota: All'epoca lo spazio antistante il municipio aveva un aspetto molto diverso, per la presenza della suddetta Chiesa del Carmelo, successivamente distrutta, e che occupava quasi interamente lo spazio dell'odierna piazza del Popolo, e perché il Palazzo Municipale non era stato ancora ristrutturato nello stile neogotico che gli conosciamo oggi (1894-1896).

Ai primi di dicembre 1893, l'Abbate iniziò ad organizzare un'imponente dimostrazione popolare, ma in mancanza di un reale sostegno da parte della popolazione, venne immediatamente arrestato, senza però che ne conseguisse alcuna agitazione.

Dopo il vecchio carcere maschile, sede attuale della Società Operaia di Mutuo Soccorso, in un breve periodo, dal 1870 circa al dopoguerra, erano stati adibiti a prigioni alcuni dei locali del vecchio convento dei Carmelitani Scalzi, sito nell'odierna Piazza del Popolo. Per la quasi assenza di criminalità nella zona, furono adoperati molto poco e prevalentemente per facinorosi politici.


 Ex carcere di Petralia Soprana
Oggi sede del Museo Civico

Proprio a Petralia Soprana, poco dopo l'arresto dell'Abbate, si verificò un episodio attinente ai Fasci Siciliani, che ebbe gli onori della cronaca nazionale.  

Il 17 dicembre 1893 pervenne infatti al locale delegato di pubblica sicurezza una lettera anonima, nella quale si segnalava un piano degli amici dell'Abbate per liberarlo dal carcere. 

In particolare si faceva cenno a certe carte compromettenti riguardanti un tentativo di insurrezione, che dovevano arrivare per posta al pastaio, tale Giuseppe Alessi. 

L'Abbate venne immediatamente trasferito dal carcere di Petralia Soprana a quello di Termini Imerese per motivi di sicurezza. In transito all'Ufficio Postale di Petralia Sottana venne effettivamente trovato e sequestrato un plico contenente un proclama sovversivo, e quindi l'Alessi venne arrestato.

L'appello ai figli del Vespro

Questo era il contenuto dell'invito all'insurrezione :

Operai Sopranesi, figli del Vespro!!! Ancora dormite?!! Corriamo al carcere a liberare il fratello. Morte al re e agli impiegati. Abbasso le tasse. Fuoco al Municipio e al Casino dei civili. Evviva il fascio dei lavoratori. Quando la campana della Matrice del Salvatore e Oreto suoneranno assieme, corriamo armati al Castello che tutto è pronto per la libertà. Attenti al segnale!!! 

F.D.L. 

Sangu friddu ca tutta è piotu pi Natali Capu d'Annu.

L'autorità locale mostrò subito un certo scetticismo, ipotizzando che si trattasse del tentativo, da parte dei cittadini di Petralia Soprana, di suscitare allarme nelle autorità per ottenere il ripristino del distaccamento militare abolito.

Lo scritto non era comunque redatto da una persona del paese, visto l'errore evidente nel nome della chiesa di S. Maria, in cui Loreto era stata confusa con il fiume Oreto...


S. Maria di Loreto
nel XX secolo

La scoperta del falso

Ma emerse poco dopo che si trattava addirittura di un atto falso, composto al solo scopo di levare dalla circolazione il pastaio Alessi, facendolo arrestare come sovversivo, al fine di circuirne la moglie. 

Dalle dichiarazioni della stessa, Domenica Gendusa, emerse infatti uno scenario imprevisto: l'Appello al Vespro era stato redatto dal vice cancelliere della Pretura di Petralia Soprana, tale Accursio Bonsignore, arrivato in paese da meno di un anno, che da qualche tempo stava importunando la donna con profferte amorose, e che addirittura era giunto a suggerirle di avvelenare il marito. A riprova di quanto detto, la donna consegnò alcuni biglietti dell'uomo, dal contenuto delirante, in cui egli minacciava di rovinare il pastaio.

Il Bonsignore confessò e venne a sua volta arrestato. Successivamente fu condannato a tre anni di reclusione per calunnia, e sospeso dal suo incarico.


Francesco Crispi (Ribera, 4 ottobre 1818 – Napoli, 11 agosto 1901)
 importante figura del Risorgimento e statista italiano.


Di questo episodio boccaccesco si sarebbe persa la memoria, se non fosse che l'Appello al Vespro fu strumentalizzato con una precisa manovra politica da Francesco Crispi, per sostenere l'operato del suo governo nei confronti dei Fasci Siciliani, in un momento in cui il consenso parlamentare stava calando. Lo statista, per suscitare allarme sociale ed appellarsi alla difesa dell'unità nazionale, il 21 dicembre 1893 produsse lo scritto in Parlamento, sostenendo che i rivoltosi avessero addirittura intenzioni separatiste. 


Da l'Illustrazione Italiana 

Il suo piano riuscì perché grazie alla forte impressione suscitata alla Camera, Crispi recuperò subito una larga fiducia. Ne conseguì una stagione di forte repressione dell'insurrezione dei Fasci, che mise definitivamente fine al movimento. 

Non appena venne alla luce che il proclama era un falso, il deputato Napoleone Colajanni, sostenitore dei Fasci Siciliani,  accusò Crispi di averlo saputo sin dall'inizio, e di essersene servito egualmente per i suoi scopi politici, tanto che nel leggere lo scritto in Parlamento, ne aveva addirittura alterato alcuni passi, in modo da suggerire l'imminenza di un pericolo a livello nazionale e non semplicemente locale. 


Napoleone Colajanni
(Castrogiovanni, 28 aprile 1847 – Enna, 2 settembre 1921)
politico, saggista e docente

Lo scandalo del  proclama Firmatissimo di Petralia

Ne nacque uno scandalo nazionale cui diede parecchio risalto la stampa dell'epoca.

A questo episodio e allo scritto sovversivo, si diede all'epoca il nome di "Firmatissimo", con riferimento ad una frase pronunciata dal Crispi in Parlamento, per avallare la fondatezza del suo dire. Ad una domanda di un deputato se l'Appello al Vespro fosse firmato da sovversivi di Petralia Soprana oppure un semplice documento anonimo, egli rispose "E' firmatissimo!", cosa che corrispondeva solo parzialmente al vero, in quanto lo scritto recava solo la sigla F.d.L. riconducibile comunque, sulla base del testo, ai Fasci dei Lavoratori.

Sta di fatto che il falso Appello ai figli del Vespro ebbe l'effetto di affrettare la fine del movimento dei Fasci Siciliani.


Il processo ai capi dell'insurrezione 
L'Illustrazione italiana 


Cenni bibliografici 

- Napoleone Colajanni, Un romanzo inverosimile, articolo ne "Il Secolo" di Milano, 1894

- Napoleone Colajanni, Gli avvenimenti di Sicilia e le loro cause, 1894

- Salvatore Francesco Romano, Storia dei Fasci Siciliani, Laterza, 1959

- Tommaso Romano (a cura di), Personaggi di Provincia VI parte, supplemento della rivista Palermo,  1977

- Giorgio Ruffolo, Un paese troppo lungo, l'unità nazionale in pericolo, Einaudi, 2009

- Giovanni Fasanella, ‎Antonella Grippo, Intrighi d'Italia, Sperling e Kupfer, 2012

- Giuseppe Spallino, Bandiera rossa, terra e libertà. I Fasci dei lavoratori nelle Madonie, in "Arte e storia delle Madonie, Studi per Nico Marino", Vol. VI, 2018

- Antonio Garofalo, Bugie, intrighi e misteri, Booksprint 2021

- Mario Sabatino, U postali ô Patrinuostru. Come eravamo nel '900 a Petralia Soprana, edizioni Arianna, 2023


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