CHI ERA COSTUI?



Incastonata nella facciata di un'abitazione di Petralia Soprana, questa statuetta ridotta a metà, di ignota provenienza, attira la curiosità dei passanti.
La statua è stata evidentemente installata in epoca successiva alla sua rottura, per cui è probabile che provenga da un edificio diverso e che si tratti di uno dei tanti esempi di riutilizzo di elementi architettonici o decorativi in abitazioni private, constatati e commentati da Padre Guido Macaluso nel suo libro "
Ma a quando risale? E soprattutto chi raffigura? Questo resta un mistero.

Abbiamo provato a fare qualche ipotesi.

Innanzitutto, a quando risale?
La giacca, che sembra aderente in vita e poi svasata sulle cosce, con due tasche evidenti, e i pantaloni piuttosto aderenti, sembrerebbero abiti del Settecento. Ma è presente una cintura come di stoffa ritorta, che appare anomala per il vestiario maschile di quell'epoca. Inoltre la fattura generale della scultura appare più antica. Le gambe in particolare ricordano quelle delle due statue collocate ai piedi del Genio di Palermo nel Palazzo dei Normanni, e che vengono attribuite a scultori della scuola di Domenico Gagini.


Le due statue della base del "Genio di Palermo"

Colpisce l'attenzione il contrasto fra la giubba abbastanza formale e d'altra parte, i pantaloni rimboccati e i piedi scalzi. 
Le gambe e i piedi sono abbastanza tondeggianti e sodi come quelli di un bambino o di un ragazzino.
L'abbigliamento della statua fa pensare che non si tratti di un contadino, ma piuttosto di un qualche signore del luogo o persona di spicco quale un Sindaco, un Baiulo, un componente della Corte Giuratoria, un Capitano, o altra autorità di epoca risalente. 



Trovandoci a Petralia Soprana, il particolare dei piedi scalzi non può non richiamare alla mente la processione tradizionale dedicata ai santi Cosma e Damiano (27 settembre), processione in cui vi è la consuetudine per molti partecipanti, di camminare per penitenza a piedi nudi. 
Questa associazione di idee ne ha fatta subito nascere un'altra: infatti il soggetto raffigurato tiene degli oggetti in entrambe le mani. Visti i danni provocati dalla rottura della statua, non si comprende bene di cosa si tratti.

Alla domanda Chi era costui? formuliamo la prima ipotesi che si tratti di uno dei Santi Cosma e Damiano

Nelle raffigurazioni tradizionali, i Santi Medici Cosma e Damiano reggono nella mano destra la palma del martirio, e in quella sinistra uno degli strumenti tradizionali della loro professione, cioè, secondo i casi, uno scrigno contenente i ferri del medico, un'ampolla contenente medicine o unguenti, oppure un crogiolo per la preparazione dei farmaci. Ovviamente stiamo parlando degli strumenti di medici del Medioevo.


Dettaglio della mano destra

Quando la mano sinistra tiene un crogiolo o un unguentario, spesso quella destra, anziché la palma, impugna uno strumento allungato adoperato per mescolare la pozione nello stesso.


Dettaglio dell'oggetto

Se si osservano le mani della statua di San Cosma qui sotto, si nota una certa similitudine nell'atteggiamento con quelle dell'ignota statuetta di Petralia.



San Cosma
A destra la mano dell'ignoto ha una posizione simile a quella che regge la palma. A sinistra il volume dell'oggetto retto dalla mano ricorda quello di un crogiolo.
Tutto ciò potrebbe essere solo l'effetto di una curiosa coincidenza. Bisogna però osservare che nell'iconografia tradizionale, i Santi Medici sono i pochi, se non gli unici, a venire raffigurati con entrambe le mani impegnate da oggetti, che non siano libri.

Abito rinascimentale con mantello
Chiesa di S.Cosma e Damiano
Venezia

Analizziamo adesso l'abbigliamento dell'ignota statuetta. E' compatibile con quello dei santi Cosma e Damiano? Nell'iconografia degli stessi, che si è sviluppata lungo i secoli a partire dall'alto medioevo sino ai giorni nostri, si constata che i pittori e scultori che hanno raffigurato i santi, si sono raramente preoccupati di vestirli in modo verosimile, rispetto alla loro epoca, cioè come dei greci dell'epoca bizantina.


Li troviamo infatti spesso abbigliati con toghe romane o tuniche imprecisate, oppure secondo una foggia arabeggiante, un po' come i Re Magi, o ancora con le vesti proprie dei medici dell'epoca dell'artista che di volta in volta, li raffigura. I Santi Medici sono quindi spesso muniti di ampi colletti inamidati, di bottoni, di giacche elaborate con alamari ecc. Le vesti sono di svariata lunghezza: al ginocchio al polpaccio  o  lunghe.

Tunica lunga sino ai piedi

Ciò non deve stupire perché sino all'Ottocento, non ci si poneva il problema di dare una connotazione verosimile, naturalistica e storica ai personaggi raffigurati.
Nell'arte sia figurativa che scenica, è relativamente recente la preoccupazione di rendere credibili i personaggi rappresentati, e di evitare incongruenze storiche nel costume o negli accessori. 


Tonaca con bottoni e colletto alto
Chiesa S.Cosma e Damiano di Ravello

Se la giacca dell'ignota statuetta dovesse effettivamente ritenersi di foggia settecentesca, sarebbe certamente simile a quelle indossate dai medici e dai farmacisti di quell'epoca, come vediamo nelle figure qui sotto.


La preparazione dei farmaci









Si noti come un'operazione impegnativa come un'amputazione
 veniva affrontata dal medico in giacca e cravatta

Però come si è detto, è presente una cintura attorcigliata che stona con l'abito del medico, ma che potrebbe essere un elemento simbolico indicativo dell'origine orientale del santo.



In questa angolazione, si nota la cintura 

In conclusione, gli abiti della statuetta non possono fornirci dati precisi, ma allo stesso tempo, non possono farci escludere che essa rappresenti uno dei Santi Gemelli.

Da dove può provenire la statua? 
Se si tratta di una statua ad argomento religioso, come si è ipotizzato sinora, era probabilmente collocata in un luogo di culto e sappiamo che a Petralia diverse chiese sono state demolite a fine ottocento e ai primi del Novecento, fra cui San Nicolò, il Carmine e San Rocco.

Va però considerato che le statue dei Santi Medici venivano talvolta installate anche nelle farmacie (come ad esempio presso la Regia Farmacia Masino a Torino) o in altri luoghi ove si svolgevano cure sanitarie.
Potrebbe trattarsi di un'insegna di farmacista o di medico.
Ma la statuetta potrebbe anche essere stata in origine collocata in un luogo di cura o di assistenza: potrebbe quindi provenire dall'Ospedale o dall'Albergo Poveri. 

A Petralia Soprana, fra il Seicento e il Settecento, l'Ospedale della Confraternita di S.Antonio, che esisteva già secondo gli storici dal 1300 circa, si spostò dalla sua originaria ignota collocazione, per installarsi nei magazzini concessi dal Duca di Montalto e situati nella via attualmente denominata Corso Umberto I, in prossimità di Porta Seri, nello stesso punto ove è tuttora visibile. 
L'edificio venne poi ristrutturato nel 1934.




Quanto all'Albergo Poveri, situato nell'omonima via, era un ospizio.

Si tratta di edifici che hanno subito nel tempo ristrutturazioni di notevole importanza e quindi anche in questo caso, è possibile che una statua sia stata rotta nel corso di queste opere e poi recuperata dall'edificio originario da un privato cittadino.

Seconda ipotesi: un donatore 
L'ospedale, per secoli, si giovò delle donazioni e dei lasciti di benemeriti cittadini petralesi. 
Come emerge dallo studio del dr Cilibrasi, nell'archivio dell'ospedale, sono indicati, a partire dal 1604, i nomi di svariati donatori di un certo censo e che quindi occupavano un posto sociale elevato.
Lo stesso discorso può farsi per l'Ospizio Poveri.


Terza ipotesi: l'ornamento di una tomba
La statua si trova a poca distanza dalla Chiesa Madre e l'intera piazza antistante era sino all'800 un'area cimiteriale. È quindi verosimile che si tratti di un elemento recuperato da un monumento funerario.

Conclusione
Ovviamente le nostre sono elucubrazioni gratuite, che ci siamo divertiti a fare guardando la statua, ma non disperiamo che qualcuno possa fornire un giorno delle risposte.

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