LA MADRICE DI PETRALIA SOPRANA

La Madrice ai primi del Novecento

Al passante che giunge dall'alto, dalla via Generale Medici, la Chiesa Madre di Petralia Soprana, dedicata agli Apostoli Pietro e Paolo, oggi chiamata Duomo, si svela scenograficamente d'un sol colpo, con una prospettiva che si perde nell'infinito del cielo, proponendo però anche uno spazio spirituale intimo, con la sua piazza simile ad un incavo sospeso nel tempo.
Le scalinate ci invitano ad entrare...

Il portico

Le curve degli archi del portico e le loro morbide ombre accentuano questo senso di raccoglimento e di accoglienza. Si è invincibilmente attratti ad entrare.
Queste sensazioni sono così immediate che non ci si sofferma a considerare gli aspetti architettonici dell'edificio, che pure sono molto particolari.
Infatti, nella Madrice, il prospetto principale non è la facciata, che neanche esiste, ma quello laterale destro. La chiesa è come incastonata nel resto dell'abitato, tanto da offrire ai fedeli il suo solo fianco destro. I due campanili infatti non inquadrano, come normalmente avviene, la facciata, ma questo prospetto laterale.
Un'altra particolarità è la presenza, sulla sinistra di questo prospetto, di un campanile "doppio".


Il prospetto laterale sinistro, inglobato dagli edifici vicini


Le linee scabre dell'intero edificio fanno dimenticare che si tratta in realtà del frutto di vari interventi succedutisi a secoli di distanza. La chiesa in origine era molto più piccola, ad una sola navata e probabilmente a croce greca. La parete più antica è quella della attuale navata sinistra.



Cronologia dei vari interventi

Come evidenziato da Gaetano Messineo, si tratta dell'unico edificio sacro di Petralia Soprana con elementi certamente di età normanno-sveva (XII-XIII secolo): il campanile di sinistra e la bifora, la cui datazione è stata confermata dal ritrovamento, nel corso dei lavori di restauro, di una moneta di Ruggero II.


Moneta di Ruggero II
ritrovata nel campanile

Ma sul prospetto sinistro, è ancora visibile una finestra murata che testimonia dell'esistenza di un edificio pre-normanno. Infatti presenta decorazioni di stile arabo-bizantino che indicano un'epoca più antica, rispetto a quella della bifora del campanile normanno. Da notare che il terreno nei secoli si è innalzato, per cui la finestra appare oggi al di sotto del livello della strada. I suoi decori si sono conservati bene perché è rimasta sino a una cinquantina di anni fa, protetta da una carbonaia.



Finestra pre-normanna ancora visibile
 sul prospetto sinistro della chiesa

Ma se la Madrice è l'edificio religioso più antico di Petralia Soprana, si tratta probabilmente di quella "chiesa" ricordata nel 985 da Al-Muqaddasi nella sua descrizione di Petralia. Il suo singolare orientamento potrebbe confermare una sua originaria funzione di moschea.


Il "doppio" campanile"
Foto Wikicommons

Il campanile normanno venne successivamente rafforzato da un altro elemento che vi si appoggiava, fungendo da contrafforte. Ne deriva il curioso aspetto da "doppio campanile".
A poca distanza dalla bifora, è ancora visibile una croce scolpita all'atto della consacrazione.


Croce di consacrazione

Semidistrutta da un disastroso incendio nel Trecento, la chiesa venne quasi interamente ricostruita, salvo il campanile in questione, per volere di Antonio Ventimiglia. La chiesa era comunque ancora allora molto più piccola di adesso, ed aveva due sole navate. I lavori terminarono nel 1497, come risulta dalla lapide ancora visibile sopra il portone dalla parte interna.


Foto di Pascal Guercio

Il portale di stile gotico oggi visibile, è ancora quello del Quattrocento (il portone originario è stato sostituito nell'ottocento) anche se, verosimilmente è stato oggetto di uno spostamento, per seguire il successivo allargamento della chiesa.
In origine, la chiesa era affiancata dal camposanto, che occupava lo spazio oggi denominato "U chian'a chiesa".



Pianta della chiesa

E' verosimile anche che in origine, nello spazio oggi occupato dalla navata destra, e che era libero, fosse presente un porticato o un chiostro, come denota il ritrovamento di elementi di pilastri decorati con fiori, inglobati nell'attuale parete destra della chiesa.
Nel Settecento, la Madrice muta notevolmente aspetto, sia all'esterno che all'interno: viene ampliata con l'aggiunta di una terza navata, ingentilita da un portico di 18 colonne e completata da un campanile quadrangolare, che per secoli rimarrà incompiuto.






Le due statue dei Santi Pietro e Paolo, che appaiono inserirsi in modo così naturale negli archi della bifora normanna, sono state in realtà collocate ivi solo nel 1912, da una diversa originaria sistemazione. In questo stesso periodo, il portico è stato oggetto di un completo rifacimento ed è stata realizzata la scalinata, che ha collegato armoniosamente i due diversi livelli ivi esistenti.



I lavori di rifacimento del portico all'inizio del XX secolo

Infine negli anni 60 è stato completato il campanile settecentesco, compresa la balaustra, e nel 1998 vi è stata installata una campana di 18 quintali ("campana dell'Unione").


Foto del 1958  precedente alla costruzione del nuovo campanile

Per vedere un video di Guglielmo Francavilla sul campanile della Chiesa Madre, CLICCARE QUI.

Il nuovo campanile

Qui sotto, la Madrice in una cartolina dei primi del secolo scorso, ove si può vedere in fondo il campanile settecentesco incompiuto, come si presentava prima dei lavori di completamento. In questa, come nella prima fotografia di questo post, si possono notare sul prospetto delle sovrastrutture e grondaie, che in epoca attuale, sono state eliminate, unitamente ai vasi ornamentali sul cornicione del portico e ai lampioni.






Il ballo della Cordella di Raffo al Chianu'a chiesa

La Madrice è il punto focale della Festa patronale. Alla processione vengono portati i santi di tutte le chiese, preceduti dai tradizionali tamburi, al ritmo dei quali si esibiscono gli stendardieri delle varie congregazioni. 




Primi del XX secolo



L'INTERNO DELLA CHIESA



Cartolina anni Cinquanta


Foto di Sergio Ingoglia 


All'interno della Chiesa Madre, s'impone all'attenzione uno stupendo organo a canne di grandi dimensioni, di tipico stile tardo-barocco, realizzato nel 1780 da Giacomo Andronico e dotato, cosa molto particolare, di due tastiere.

Spicca sopra l'altare maggiore la tela il Martirio dei Santi Apostoli Pietro e Paolo di Vincenzo Riolo.



PROSEGUE .....  work in progress



Note bibliografiche:

- Francesco Ferruzza Sabatino, Cenni storici su Petralia Soprana, Palermo, Pezzino, 1938

- Guido Macaluso, Petralia Soprana, Guida alla storia e all'arte, Palermo 1986

- Sergio Ingoglia e Anna Tschinke, La Voce degli angeli, organi antichi, Regione Siciliana Assessorato dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, 2015

- Alunni della classe V della Scuola Primaria di Petralia Soprana, La Chiesa madre di Petralia Soprana, Anno 2016-17


Mario Sabatino, U postali ô Patrinuostru. Come eravamo nel '900 a Petralia Soprana, edizioni Arianna, 2023



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