BORGO LUCIA

 



Raffo è composta da numerosi quartieri, siti anche ad una certa distanza l'uno dall'altro, il cui comune elemento denominatore è il Salso.
In particolare Borgo Lucia si sviluppa in discesa verso la riva destra del fiume, in due nuclei separati collegati da una stradina, uno più elevato, a valle di Salaci e l'altro a quota più bassa.
Sino a non molti anni fa, era un piccolo borgo pieno di vita, ricco d'acqua e suddiviso in tanti orticelli rigogliosi, i cui abitanti erano tutti imparentati. Oggi molte case sono chiuse.


Accesso a Lucia dalla parte del fiume
in primo piano a dx un SS. Sacramento monolitico

 SS. Sacramento diruto
 di cui sopra
F. Rosa Bruna D'Alberti 

Queste sue caratteristiche sono collegate alla storia del suo nome.
Lasciamo la parola a Peppino La Placa...

Così mi raccontava Pino Brucato di Borgo Lucia:
Erano terre della Chiesa del Salvatore nel Comune di Petralia Soprana.


Chiesa del SS. Salvatore
Petralia Soprana

Terre fertili, riparate per la maggiore dai venti di tramontana, fresche perché vi sgorga una instancabile sorgente di acqua leggermente amarognola.
Il modesto sito che spazia fra il borgo Salaci, Donna Carmena, Scala e Addauro, veniva coltivato ad ortaggi (zucchine, pomodori, cipolle, aglio, sedano e cicorie, poca fagiola...) e frutti (meli, peri, fichi e viti...); diviso a spezzoncini, si formavano piccoli lotti affidati a residenti del territorio per mano di Lucia, curatrice a nome della suddetta Chiesa. Lucia era l'animatrice di tutto: esperta coltivatrice, consigliera sincera, fedele nella divisione dei prodotti a metà.
Giorno su giorno, le singole rese dei piccoli lotti arricchivano la santa Comunità del Salvatore che ne distribuiva a sua volta ai bisognosi.
Lucia, donna, mente e cuore, ha dato forza e un nome al piccolo borgo di Petralia Soprana.


F. Rosa Bruna D'Alberti

I censi
Santo La Placa conferma questa origine del nome della frazione, riferitagli negli anni '70 da Gaetano Giunta, l'incaricato per la riscossione dei censi, già anziano a quell'epoca. Molti degli stessi, dal 1700 in poi, a causa delle vicissitudini storiche, si erano persi.
Annualmente le chiese davano infatti ai contadini senza terra degli appezzamenti da coltivare, con l'impegno di pagare, in natura o in danaro, una quota che veniva stabilita dal procuratore ecclesiastico, in sintonia con l'arciprete. Le quote venivano riscosse entro agosto, dopo le trebbiature e al suono particolare della campana della chiesa di appartenenza. Si giustifica perciò, il detto chi malu suono avi sa campana!


F. Giulia Geraci

Anche a Saccù vi erano terreni parrocchiali coltivati a nocciole di cui la cura e la raccolta dei prodotti spettava a za Crucifissa Li Puma.


Piazzetta di Lucia "alta"
F. Giulia Geraci

La storia del Borgo Lucia evidenzia una problematica secolare degli abitanti di Raffo, come di molti degli altri "villaggi agricoli" di Petralia Soprana, come li ha denominati il Ferruzza nel suo testo. Sin dal '600-700, con la nascita del latifondo, concentrato in poche mani e vocato esclusivamente alla coltivazione dei cereali e alla pastorizia, gli orti furono eliminati per offrire spazio all'aratro e all'avvicendamento dei pascoli. In particolare, per le loro ricchezze naturali (suolo fertile, presenza di sorgenti e miniera di salgemma), le terre di Raffo furono sfruttate esclusivamente per grano e sale.
Ai contadini i proprietari agrari concedevano terra solo a tali fini; per procurarsi le verdure, rimaneva loro solo qualche angolo dei terreni occupati dalle case, ove piantare qualche cavolo.


Il nucleo più vicino al fiume ed il suo abbeveratoio

Quando visse Lucia?
Per stabilire l'epoca della vicenda di cui sopra, esistono alcuni elementi rinvenibili sul posto.
Segnalati fra i beni di interesse antropologico, vi sono un bevaio a forma di scifu di proprietà privata datato 1879, situato in aperta campagna, a forma semicircolare con pietra triangolare frontale, dove fuoriesce il cannolo per l'acqua, e un altro di proprietà comunale datato 1878 che vediamo nella foto qui sotto.


F. Gianpiero Lodico

Ma sono anche presenti vecchie costruzioni in pietra calcarea squadrata e con inferriate, oggi in dissolvimento, che possono risalire ad epoca ancora precedente. Peppino La Placa precisa che un centenario da lui intervistato in giovinezza affermava di averle conosciute da sempre.


F. Gianpiero Lodico

Effettivamente le carte della seconda metà del 1800 indicano già, al confine con l'abitato di Raffo, una terra di una certa estensione dal nome di Lucia.


Carta IGM del 1865 

Anche la precedente carta del catasto borbonico che fu disegnata nella prima metà del XIX secolo, ne fa già menzione. Ciò denota un uso del nome già consolidato nel tempo, e fa quindi risalire l'intera vicenda almeno al 1700.
E proprio a quest'epoca faceva riferimento Gaetano Giunta, sulla base dei documenti della chiesa del SS. Salvatore che aveva potuto consultare.


Catasto Borbonico 1840 ca


F. Giulia Geraci

Concludiamo con una bella poesia di Frate Attilio, al secolo Rosario Franco, tratta dal libro Petralia Sottana, ovvero il paese che mi è caro, Il Petrino, 2011:

Borgo Lucia
A Giulio e Giorgio Balascia, Fratelli

A quila in vetta Chiesa di Loreto
G audio dispensa in prodiga contrada
I  nsieme a Raffo, promontorio lieto,
U nito a fiume, che costeggia strada.

L 'amore unisce qui, in Borgo Lucia, 
I  grandi e i piccoli di pia Famiglia, 
O perosi ove vige sinergia,
E pace gusti di gemma in conchiglia.

G atto bianchissimo ed un cane nero
I ntorno vagan, mentre alta  tettoia
O spiti accoglie alla grande, pensiero
R  adioso offrendo, fugando la noia.

G elso, castagno ed alberi da frutto
I  nni di grazie elevano al Signore
O ve memoria di Avi si fa: tutto
B ea in questo Nucleo di antico sapore.

F edeltà d'umili ora acciotolato
R iecheggia insieme a magnanimità.
A ttinta in pozzi dal fondo dorato,
T eso a levar sete agli orti qua e là.

E remo dolce sei, Borgo Lucia
L ungo pendio di Petralia Soprana
L oreto spieghi ali su ogni tua via
I nnamorata d'ogni sua campana!


Una mandria al bevaio di Lucia

Ringraziamenti a Peppino La Placa, Santo La Placa, Rosa Bruna D'Alberti e Giulia Geraci




© Testo protetto da copyright
Ogni riproduzione anche parziale è vietata



F. Gianpiero Lodico

Commenti

Post più popolari