Gli ALIMENA e le PETRALIE
L'antico casato degli Alimena, di origine greca, è entrato a far parte della storia delle Madonie nel 600, con la creazione dell'omonimo centro di Alimena, ma ha anche operato nel territorio delle Petralie. Ne cercheremo insieme le tracce ancora visibili.
No, non stupitevi, era proprio Pellizzara, piccola frazione di Petralia Soprana, ma non si trattava del famoso imperatore romano. La storia è comunque curiosa e va raccontata.
Panorama di Pellizzara dall'abbeveratoio antico |
C'era una volta una ragazza che si chiamava Alimena e che divenne la balia di un bambino importante, destinato a diventare l'imperatore bizantino Basilio II (958 – 1025), detto anche "il Bulgaroctono", cioè lo sterminatore di bulgari.
Il figlio della balia imperiale, Eustachio, nominato esarca imperiale, si trasferì dalla Grecia a Cosenza, ove venne chiamato il Greco, e diede vita ad una delle più antiche famiglie nobili della Calabria, il casato degli Alimena, che traevano il loro nome dalla balia imperiale.
Basilio II il Bulgaroctono |
Ai primi del Seicento, un suo discendente, Orazio Alimena (n. a Cosenza nel 1561 ca), decise di trasferirsi a Palermo ove fece un bel matrimonio, sposando la nobile Susanna Cardona, della famiglia dei precedenti conti di Collesano, ed acquistò varie terre nel territorio delle Petralie, fra le quali i feudi di Pellizzara, Bulfara e Garrasia.
Orazio acquisì anche da Antonio Moncada, divenuto all'epoca il nuovo conte di Collesano, le terre che avrebbero poi costituito il territorio dell'odierna Alimena.
Orazio aveva un erede maschio, Antonio (1592-1636), mentre la cognata, Caterina Cardona ed il marito, un nobile dell'antica famiglia degli Imperatore (che si chiamava guarda caso Giulio Cesare), avevano solo una nipote, Francesca Urbano e Imperatore, che si era sposata proprio con Antonio Alimena. Alla loro morte, lasciarono pertanto il proprio patrimonio direttamente al figlio di Antonio e Francesca, il loro pronipote Orazio (1615-1646). A questo punto, il nonno di quest'ultimo, Orazio Alimena senior, che forse aveva manie di grandezza, oppure per perpetuare il nome degli Imperatore, servendosi di un istituto giuridico dal nome farraginoso di "fedecommesso agnatizio primogeniale", stabilì che tutti i suoi eredi aggiungessero in futuro al proprio cognome di Alimena, l'intero nome altisonante del cognato: "Giulio Cesare Imperatore".
Albero genealogico degli Alimena (XVIII secolo) |
Stemmi delle famiglie Alimena e Imperatore (da "Alimena" di Rosa Ferrarello) |
Alla morte del sesto della serie dei Giulio Cesare Imperatore, nel 1717, l'investitura passò agli eredi Benzo, e poi finalmente ai Bosco, principi di Belvedere. Anche loro assunsero uno dopo l'altro il nome imposto per successione.
Esiste quindi un filo conduttore che lega Pellizzara prima ad un vero imperatore bizantino, e poi apparentemente, a diversi "pseudo" imperatori romani. Chi l'avrebbe mai detto.
La VILLA degli ALIMENA a PELLIZZARA
A Pellizzara, esiste ancora una palazzina seicentesca appartenuta ai primi Alimena, come risulta dai riveli di stato. La foto della villa è quella in apertura del post. Essa venne in seguito acquistata da Enrico Tropea, come risulta dalle iniziali dell'inferriata del balcone tuttora visibili.
Portone della villa Alimena a Pellizzara |
Risale all'epoca degli Alimena, a Pellizzara, anche la chiesetta della Madonna della Scala, di cui rimane purtroppo ben poco. La campana con sostegno in ferro è stata rubata. In origine conteneva un'immagine sacra bizantineggiante.
Madonna della Scala a Pellizzara foto degli anni '80 |
Creazione di ALIMENA
Nello stesso periodo dell'acquisto di feudi in territorio delle Petralie, Orazio Alimena senior divenne proprietario del feudo Mazza o Comuni di Niceforo, odierno territorio di Alimena, che trasmise poi a suo figlio Antonio. Questi nel 1628 vi creò un centro abitato, cui diede il nome di famiglia: Alimena.
Ad Alimena oggi è ancora visibile, proprio di fronte alla Chiesa Madre, nell'odierna piazza Regina Margherita, il palazzo avito.
Sempre con riferimento ai rapporti con le Petralie, va detto che sino al 1704 Alimena rimase sotto la giurisdizione della Chiesa di Petralia Soprana. Solo nel 1705 venne eretta a Parrocchia, rimanendo però soggetta all'Arcipretura di P. Soprana cui doveva un tributo.
Palazzo Alimena ad Alimena Foto di Lillo Ciappa |
Gli Alimena a PALERMO
Gli Alimena ebbero anche un palazzo cittadino a Palermo, proprio di fronte all' attuale Archivio di Stato, in Piazza Santo Spirito, palazzo poi passato ai De Spucches. L'edificio originario è stato distrutto dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, ma è stato possibile salvare e incorporare nel nuovo edificio, lo storico portone seicentesco, le cui pietre hanno quindi visto Giulio Cesare Imperatore II.
Palazzo Alimena a Palermo dal sito Mapio.net |
Le tombe degli Alimena e degli zii Giulio Cesare Imperatore e Caterina Cardona si trovavano nella chiesa di S. Nicolò dei Latini alla Kalsa, vicina al palazzo di famiglia. La chiesa stessa è stata distrutta nel terremoto del 1823, e nel punto ove si trovava, vediamo oggi la Fontana del Cavallo Marino di piazza Santo Spirito.
XIRENI
Poco tempo dopo, un'altra discendente degli Alimena venne con le nozze, in possesso di un altro feudo importante della Baronia delle Petralie, quello di Xireni. Si trattava di Anna Maria, detta Marianna, la quale sposò il barone polizzano Placido Caruso (1610 ca - 1679) che era appunto Barone di Xireni. Il nome del feudo, che nei documenti viene scritto talvolta Sciureni o Fioreni e che viene tuttora pronunciato in questo modo, deriva verosimilmente dal siciliano sciuri=fiore.
Marianna Alimena e Placido Caruso furono fra l'altro i genitori di un famoso storico e filosofo dell'epoca, Giovan Battista Caruso (1673-1724).
Del "fego" di Xireni si trovano tracce documentali medioevali. Viene menzionato nel 1205 fra i feudi dei valvassori del Conte di Collesano Paolo di Cicala, nominato da Federico II. Dalla metà del 400, passò poi in proprietà di varie famiglie nobili di Polizzi, succedutesi nel tempo, i De Agustino, i Caruso e gli Oddo. Xireni faceva parte del territorio di Petralia Soprana, come risulta dai Capibrevi di Giovan Luca Barberi del 1509. Nel 700 era sottoposto alla vigilanza di un Capitano.
Nell'illustrazione sopra, un contratto stipulato nel 1715 tra il nobile Antonio Giuseppe Caruso e Alimena e il conte Vincenzo Terranova, relativo alla permuta e soggiogazione di un fondo con casa e vigna nel "pheudo Xirenij".
Il feudo Xireni nella carta del catasto borbonico di Polizzi |
Come vediamo nella carta catastale della metà del XIX secolo, il feudo venne incorporato nel territorio di Polizzi. Fra questa e Petralia Sottana, proprio a proposito di Xireni, insorse poi una diatriba territoriale.
Negli anni 20 il feudo venne smembrato con compravendite a vari nobili di Petralia Sottana, i Pucci, i Figlia di Granara e i Carapezza. Attualmente il borgo e la contrada Xireni appartengono a Castellana Sicula.
A Polizzi Generosa, troviamo ancora la tomba del marito di Marianna Alimena, barone di Xireni Placido Caruso, morto nel 1679.
Lapide sepolcrale del barone di Xireni Foto Domenico Gulino |
Andando a Xireni a cercare le tracce del passato e guardando le rare vecchie foto a disposizione, risalenti agli inizi del 900, è possibile comprendere come il nucleo originario della piccola masseria e delle case rurali esistenti risalgano proprio al 1600 circa, ed esistessero quindi al momento in cui vennero in possesso di Anna Maria Alimena e del suo sposo Placido Caruso.
Borgo di Xireni ai primi del Novecento |
Troviamo ancora sul luogo una chiesetta diroccata e sconsacrata che risale al 1650 ca. Ne parla Giovan Battista Caruso nelle sue Historiae Saracenico-siculae, precisando che era dedicata al SS. Salvatore e che era suffraganea di S. Stefano del Bosco della Calabria.
La chiesetta diroccata |
Grazie per la collaborazione a Domenico Gulino, Lillo Ciappa e Pietro Cassaniti
Chiesetta di Xireni |
Cenni bibliografici:
I Capibrevi di Giovan Luca Barberi, 1509, rist. anast. Palermo 1886 vol. II
Vittorio Spreti, Enciclopedia storico nobiliare italiana, 1928 e ss.
Rosa Ferrarello, Alimena, Edizioni Greco 1996
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