La BIBLIOTECA FRATE UMILE di PETRALIA SOPRANA



A strapiombo sulla vallata dell'Imera, esiste un nido d'aquila dove, nei giorni di neve o di vento, oppure in una pigra giornata d'agosto, ci si può isolare dal resto del mondo tuffandosi nella consultazione di vecchi tomi. E' la biblioteca comunale di Petralia Soprana, un piccolo tesoro di storia madonita e un luogo che a noi appare magico, un nido di libri e di opere d'arte, quietamente illuminato da finestre con veduta sull'infinito.

L'antica Libraria del convento dei Padri Minori Riformati
Ai tempi in cui nei conventi si concentrava la conoscenza universale, importanza fondamentale acquisiva la libraria, cioè la biblioteca conventuale, vero tesoro di nozioni in ogni materia.

Lo stivile della biblioteca del convento
 dei Padri Minori Riformati
oggi nel Palazzo Municipale di Petralia Soprana

Sin dalla sua fondazione (1611), al convento dei Padri Minori Riformati di Petralia Soprana vennero fatte molte donazioni, in beni e in denaro, e fra l'altro, anche di libri preziosi, sia da parte dei frati che vi si stabilivano, che dalla nobiltà delle Petralie, o da colti borghesi, notai, farmacisti o avvocati, che provvedevano con lasciti testamentari, per non disperdere le collezioni di libri di famiglia e le loro raccolte di codici o di manuali.
Donna Caterina di Aragona e Cardona regalò ad esempio il manoscritto Della introduzione al simbolo della fede di Luigi Di Granata del 1605.

Raccolta di inni liturgici manoscritta
con capilettera eseguiti dai frati minori di Petralia Soprana 

Il fondo della libraria si arricchiva così di anno in anno di volumi manoscritti o stampati, di ogni genere e misura, che oltre al loro valore, offrivano dal punto di vista storico una miriade di indicazioni interessanti, per le annotazioni che vi venivano apposte dai frati: indirizzi, ricette, poesie, note dei conti, appunti riguardanti eventi storici di rilievo come ad esempio il terremoto del 6.3.1647, che provocò il crollo del castello di Petralia Soprana o la morte, il 15 dello stesso mese, del Marchese di Geraci, Francesco Ventimiglia.
Erano presenti preziosi manoscritti ecclesiastici, antifonariagradualia, breviari e raccolte di inni, come ad esempio Horae diurnae breviarii romani del 1787, con i capilettera dipinti dagli stessi Frati Minori Riformati del Convento.

Constitutiones Regni Siciliae

Ma anche testi fondamentali della storia siciliana: incunaboli come il Constitutiones Regni Siciliae, stampato a Messina nel 1497, cioè una delle più antiche edizioni del cosiddetto Liber Augustalis, una raccolta di oltre duecento leggi riguardanti ogni aspetto della vita amministrativa, sociale ed economica del regno siciliano di Federico II, e ispirato ad alcuni grandi principi indicati dallo stesso imperatore.

Vi si trovavano anche rare cinquecentine come Regni Siciliae Capitula, stampato a Messina nel 1526, una raccolta delle prime leggi del Regno di Sicilia, classificate secondo il re che le aveva emesse, e arricchita da pregevoli incisioni che li rappresentano.

 Regni Siciliae Capitula -  edizione del 1526
Capitolo relativo ad Alfonso di Aragona

Quando nel 1870 vennero aboliti gli enti ecclesiastici, i beni del convento divennero di proprietà comunale con l'intero fondo della libraria. Ecco perché ritroviamo oggi le eleganti scaffalature serigrafate dai Frati Minori all'interno del Palazzo Comunale, ove ospitano atti di archivio. Allo stesso modo vennero incamerati i volumi superstiti del Convento dei Carmelitani Scalzi, i cui locali vennero acquisiti e adibiti a Palazzo Municipale ed Uffici Pubblici vari.

La biblioteca circolante
Alla fine dell'800, su iniziativa di alcuni  benemeriti cittadini, ed in particolare della scrittrice di nobile famiglia Laura Sabatini (1855-1929), venne istituita una biblioteca circolante, che divenne presto fiorente.


Laura Sabatini 
Prima direttrice della biblioteca


Nei locali al primo piano dell'edificio dell'attuale Piazza Frate Umile, dove aveva anticamente sede il carcere maschile, erano stati ammonticchiati i libri antichi, in uno stanzino e sulla volta della scale, e alcune scaffalature di libri convivevano con la sala spettacolo.


Sede originaria della biblioteca comunale
nell'ex carcere maschile - foto del 1952

Fondazione della biblioteca comunale
Fu in questi locali e con questo nucleo librario di base che intorno agli anni '30, nacque ufficialmente la Biblioteca Comunale di Petralia Soprana, per merito di Giuseppe Messineo, figlio di Ernesto Pottino d'Eschifaldo. Appassionato studioso ed erudito della storia locale, sostenne l'apertura in quella sede con risorse personali e in contrapposizione con l'amministrazione comunale, che ne voleva fare la sede di un circolo.


Lapide in memoria di Giuseppe Messineo
e foto della cerimonia di riapertura della biblioteca nel maggio 1952
Giuseppe Messineo con la Soprintendente Daneu

Messineo rimase direttore della biblioteca per trent'anni, e a lui si deve l'acquisizione e il riordino del fondo della libraria dell'ex convento dei Padri Minori Riformati e degli atti della Corte Giuratoria (cioè dell'amministrazione comunale) del secolo. XVI, così come di tanti altri testi antichi, che hanno costituito l'odierno Fondo Bibliografico Antico.


Giuseppe Messineo
Olio di Giuseppe Sabatino 


Nel dopoguerra la biblioteca subì delle vicissitudini, per il crollo del tetto e la perdita di molti volumi. Quando l'amministrazione comunale volle eliminarla, il direttore Messineo fece causa al Comune e la vinse.
La biblioteca riaprì con una solenne cerimonia nel maggio 1952, in presenza di autorità regionali e della soprintendente regionale Angela Daneu Lattanzi.



Riapertura della biblioteca nel 1952

Questa riapertura coincise con l'anno della creazione del monumento a Frate Umile Pintorno e con l'intitolazione allo stesso della relativa piazza. Ed al celebre scultore venne quindi dedicata anche la Biblioteca Comunale, che custodisce fra l'altro il ritratto di Frate Umile sul letto di morte.


Il ritratto di Frate Umile
nell'ufficio del bibliotecario

L'attuale sede
Nel 1995 la Biblioteca Comunale si trasferì al primo piano dell'ex ospedale S. Antonio Abate, storico edificio di Corso Umberto, i cui locali erano in origine di proprietà di Antonio Moncada, Duca di Montalto (1587-1631) e furono donati dal figlio Luigi.


In questa sede, la biblioteca Frate Umile Pintorno ha avuto un florido sviluppo ed è divenuta negli anni '90 un centro di incontri, cineforum, mostre di pittura, fotografiche e del libro, e un vero punto di riferimento della cultura delle Madonie.


Rosario  Ferrara

Tutto ciò grazie al costante impegno del suo bibliotecario, Rosario Antonio Rosolino Ferrara, vera memoria storica di Petralia Soprana, articolista, fotografo e autore di brevi saggi, al quale si deve una vita di attenta ricerca e di appassionato recupero della storia e degli usi locali e la precisa classificazione dei documenti dell'archivio storico comunale e del fondo bibliografico antico.
Una decina d'anni fa, grazie all'aiuto suo e di Giulia Cerami, alla biblioteca è giunto anche il prezioso archivio di libri, documenti, dipinti e fotografie, lasciato da Padre Guido Macaluso.



Dall'alto delle scale ci accoglie il ritratto seicentesco di
Antonio Moncada, Duca di Montalto.
Suo figlio Luigi Moncada donò l'edificio per realizzarvi l'Ospedale S. Antonio Abate.




La biblioteca custodisce anche numerose opere d'arte provenienti da edifici ecclesiastici scomparsi o diruti, come le chiese della Madonna del Carmelo o di S. Maria di Gesù, ad esempio l'Ultima cena, di autore ignoto del XVIII secolo.





La biblioteca presenta pure una raccolta di vecchi oggetti, mobili e curiosità del passato di Petralia Soprana, come ad esempio, i lampioni dell'illuminazione stradale ottocentesca.



Molte le testimonianze delle mostre effettuate e degli eventi che vi si sono tenuti. Il tutto si fonde in una serena atmosfera propizia allo studio, a pochi passi dal cielo, e con una vista mozzafiato sulle Madonie.


Ringraziamenti
a Maria Antonietta Ferrara, Ernesto Messineo e Mario Sabatino.


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