IL CASTELLO DEL CONTE RUGGERO
Nello stemma di Petralia Soprana è raffigurato un
castello.
Il turista che ne vada alla ricerca, guidato dalla toponomastica, percorrendo appunto via
Salita Castello, vicolo Castello o via Dietro Castello, giunge a pochi ruderi situati a nord in posizione
sopraelevata rispetto al paese, di cui appare
difficile comprendere la destinazione, e che per la loro vicinanza alle case, sembrano ormai far parte della
recinzione di un giardinetto.
Sono in realtà le ultime vestigia di un'imponente fortezza normanna che per secoli dominò con la sua mole l'abitato. I ruderi oggi visibili (ben poca cosa ormai) corrispondono ad un torrione, ma non esauriscono la struttura del fortilizio, che certamente si sviluppa ancora nel sottosuolo. Depongono per questa ipotesi la presenza di magazzini e volte, oggi sotterranei, e l'anomala forma dell'altura su cui emergono i ruderi, e che, come vedremo, è stata oggetto di studio specifico.
Ecco la storia del castello:
Il Gran Conte di Sicilia Ruggero I d'Altavilla Affresco del palazzo della Provincia di Cosenza (XIX secolo) |
Al suo primo arrivo a Petralia, nel 1061, durante la conquista normanna della Sicilia, Ruggero d'Altavilla detto Bosso, aveva preso possesso della preesistente fortezza nota ora come “u castru”, sulla rocca dell'attuale belvedere del Loreto, a Petralia Soprana. Questo è quanto riferito dallo stesso "cronista" di corte di Ruggero, Goffredo Malaterra (1).
Che a Petralia esistesse già durante la dominazione musulmana una rocca fortificata viene riferito nel 985 da Al Muqaddasi che testualmente descrive Petralia come una città dell'entroterra, murata, a mezzogiorno, dentro la quale è situata una rocca con una chiesa. Sembra la descrizione letterale del sito attuale di S. Maria del Loreto.
Dopo la conquista di Petralia, Ruggero rientrò nelle sue terre di Calabria. Dopo qualche anno, fece ritorno in Sicilia per riprendere il suo piano di invasione e guerreggiò in tutto il territorio madonita, occupando le fortezze di Collesano e di Cefalù. Nel 1066, cinque anni dopo la sua conquista di Petralia, egli tornò a stabilirsi nella città, la rafforzò con mura, porte e bastioni, migliorando quindi le fortificazioni già esistenti in epoca araba, e vi costruì ex novo un complesso fortificato (2). Il Malaterra precisa che lo stesso venne edificato “extra portam” cioè fuori le mura. Petralia Soprana diventò per un paio di decenni, fino alla presa di Palermo (1082), l’avamposto dell’area conquistata e quasi la capitale militare della zona (la capitale “amministrativa” era Troina).
Solo diversi anni dopo, nel 1098, Ruggero otterrà il titolo di Gran Conte di Sicilia e di Calabria.
Poco meno di cento anni dopo, Al Idrisi, geografo del re Ruggero II, figlio del Gran Conte, visita Petralia e descrivendola, distingue chiaramente il castello dalla rocca :"Petralia è nobil castello e superbo fortalizio, con campi da seminagione continui e vasti, e con abbondanti produzioni del suolo. Ha una rocca ed un mercato che non la cede per nulla a quelli delle maggiori città" (3).
Foto Pirastu |
Su queste scarne notizie storiche, gli eruditi hanno sviluppato due tesi contrapposte :
Secondo alcuni, come il Ferruzza Sabatino (4), il nuovo castello in questione corrisponderebbe ai ruderi di cui abbiamo parlato, conosciuti d'altronde nella tradizione proprio come “castello”, e costruito appunto al di fuori delle mura di Petralia Soprana e in posizione sopraelevata, in un punto che costituiva effettivamente un'ottima postazione difensiva.
Altri (cfr Farinella), partendo dal presupposto che il nucleo originario di Petralia non fosse P. Soprana ma P. Sottana, e che quindi le mura oltre le quali era stato edificato il nuovo castello di Ruggero fossero quelle di Petralia Sottana, hanno affermato che il castello fosse stato edificato nell'attuale ubicazione della Chiesa di S. Maria del Loreto (U castru).
I due castelli di Petralia Soprana uno a nord e l'altro a sud |
Effettivamente, nel 1550, Leandro Alberti, storico e geografo, descrivendo le Petralie, afferma che sono sede entrambe di "assai buone castella" (5).
Allo stesso modo, nel 1553, Tomaso Fazello, frate domenicano che viaggiò in tutta la Sicilia, raccontava, per averlo visto personalmente, che esistevano due castelli distinti, uno a Soprana e l'altro a Sottana. Però egli precisava che quello di Soprana era il più antico: "... il castel di Petraglia, posto nel rilevato d'un colle, il qual castello è antichissimo... e sotto a questo un miglio è Petraglia inferiore, nella valle, ch'è castel moderno, sopra il quale è un altro capo del fiume Gela, detto hoggi Salso..." (testo) (6).
In un libro seicentesco custodito presso la Biblioteca Frate Umile di Petralia Soprana, e proveniente dal Convento dei Padri Riformati, troviamo la seguente annotazione, a mano di un frate, che riferisce in tempo reale la causa del crollo del castello: "A dì 6 di marzo 1647, giorno di mercordì, cascao il castello di Pet. Soprana, con terremoto granni."
Nel settecento, il chierico Vito Maria Amico, attesta (7) che il Convento dei Frati Minori (creato nel 1611) si trovava a pochi passi dalle mura, sotto la fortezza, già allora in rovina, che "sovraneggiava" ancora dall'alto l'intero paese. Con ciò confermando che gli attuali ruderi, già a quell'epoca, venivano riferiti al fortilizio del Conte Ruggero. D'altronde l'edificio, avendo subito in quell'epoca solo i danni derivanti dai terremoti, era verosimilmente ancora riconoscibile.
Lo spessore del muraglione lascia immaginare l'imponenza dell'originaria costruzione |
Nel 1752, il cappuccino Padre Giovanni da Castrogiovanni scrive che Petralia Soprana ha un'unica strada maestra che comincia dal castello, passa dalla piazza del convento dei carmelitani e termina alla Chiesa del Loreto (8).
In conclusione, a Petralia Soprana sarebbero esistiti due castelli : uno a sud, la rocca fortificata sede attuale della Chiesa del Loreto, e l'altro a nord, quello di cui restano i ruderi. A Petralia Sottana sarebbe stato eretto invece un altro castello, di più recente edificazione. Sul castello di Petralia Sottana vedi l'articolo di Alfredo Terzo in Giglio di Roccia, autunno-inverno del 1959.
Va sottolineata la differenza sussistente fra la struttura del castrum e quella del castello ruggeriano. Facendo ricorso alle chiarificazioni del Maurici, la rocca a sud di Petralia non era verosimilmente un castello nel senso comune e corrente della parola, ma piuttosto quello che poteva essere definito "kastron" in epoca bizantina, cioè una città fortificata e dotata di un’imponente cinta muraria. Solo con i Normanni arriva una nuova tipologia di residenze fortificate proveniente dalla Francia, dalla Normandia in primo luogo, cioè il castello vero e proprio. E di questa natura era il nuovo castello edificato da Ruggero sul piano della Pinta.
Sino agli anni 50 i ruderi del castello erano ben più consistenti |
Esperti di castellologia medievale di varie nazioni si sono interessati della conformazione del castello di Petralia Soprana del conte Ruggero, ed è nata una controversia sul punto se si trattasse o meno di un castello a "motta", cioè se il montarozzo sul quale poggiano i ruderi fosse parte della struttura difensiva stessa, e se fosse presente un "baglio", cioè un annesso spazio piano recintato da mura, una sorta di cortile inferiore del castello.
L'inglese A.J. Taylor (9) è della prima opinione, mentre il francese Henri Bresc (10), si fa sostenitore della seconda, la quale è condivisa a sua volta, dallo storico siciliano F. Maurici (11).
Come precisa il Maurici, è possibile che il rialzo celi in realtà il crollo di un edificio e in ogni caso, avendo la costruzione del serbatoio idrico comunale completato l'opera di smantellamento del castello e sconvolto la stratigrafia del sito, la valutazione risulta difficile.
Gli studiosi discutono anche della probabilità che la chiesa della Madonna della Pinta fosse la cappella palatina del castello. Per un approfondimento è possibile consultare il relativo post di questo blog.
Il possibile baglio del castello |
Cliccate qui, per vedere una interessante ricostruzione virtuale di un castello a motta e baglio normanno (di piccole dimensioni) sito in Bretagna (Francia), di poco precedente all'epoca di Ruggero I .
Nel 2009 sono stati effettuati degli scavi dall'archeologo Messineo, sul sito noto come Rocca Ruggero, sul piano San Giacomo, l'altura che sovrasta Petralia Soprana, e sono stati ritrovati frammenti di terracotta databili al VI secolo dopo Cristo. Anche questo sito, dal nome significativo, potrebbe essere stato occupato da fortificazioni del Conte Ruggero (12). Come riporta Francesco Ferruzza Sabatino, nel secolo scorso, poteva ancora leggersi, incisa sulla pietra, la dicitura Hic Roggerius castra locavit.
I ruderi del castello sono raffigurati in un affresco ottocentesco situato all'interno dello storico Palazzo Pottino.
Come abbiamo visto, sin dal '600 il castello era caduto almeno parzialmente in rovina per l'effetto di varie calamità naturali, i terremoti del 1553, 1647 e 1693, e a fine Ottocento, come riferisce il Ferruzza, rischiò di scomparire del tutto perché pericolante, per intervento dall'amministrazione comunale e su espressa richiesta dei cittadini.
In questa rara foto di fine Ottocento si vede a sinistra, l'altezza dell'angolo di mura rimaste in piedi, imponente se paragonata a quella del Loreto all'estrema destra |
L'edificio si salvò per un certo periodo solo a seguito di una lettera spedita dal Regio Prefetto della Provincia di Palermo al Sindaco di Petralia Soprana in data 12.5.1890.
Eccone il testo, messo a disposizione da Mario Sabatino:
Dal Regio Commissariato per le Antichità e belle Arti di Sicilia sono stato informato che venne deliberata la demolizione di un antico castello esistente in cotesto Comune. Trattandosi di un edifizio che per ragioni storiche ed artistiche forse converrebbe di essere conservato, prego la S.V. di voler sospendere ogni altro provvedimento, fino a tanto che la Commissione Conservatrice dei Monumenti non avrà emesso il suo avviso, cioè la convenienza della suindicata demolizione.
F.to Il Prefetto Marchi
Affresco di Palazzo Pottino |
Quando tira forte vento invernale a Petralia, ha una forza dirompente. Poco tempo dopo questa lettera, fu infatti un impetuoso vento a far crollare, sul piano della Pinta, nella notte del 14.1.1891, l'alto muraglione del castello del Conte Ruggero, già minato da quattro mesi di pioggia continuativa, lasciando i pochi ruderi oggi visibili, chiamati affettuosamente dai sopranesi u pipituni.
1) Goffredo Malaterra, De rebus gestis Rogerii Calabriae et Siciliae comitis et Roberti Guiscardi Ducis fratris eius
2) Michele Amari, Storia dei Musulmani in Sicilia, 1854, p. 112
3) Al Idrisi, Libro di Ruggero p. 41, 48 e 49
4) Francesco Ferruzza Sabatino, Cenni storici su Petralia Soprana, Palermo. Pezzino, 1938
5) Tomaso Fazello, Le due deche della storia di Sicilia, 1573
6) Leandro Alberti, Descrittione di tutta Italia, 1550
7) Vito Maria Amico, Dizionario Topografico della Sicilia p.342
8) P. Giovanni da Castrogiovanni, Storia di Castrogiovanni, 1752
9) A.J.Taylor, Three early castle sites in Sicily: Motta Camastra, Sperlinga and Petralia Soprana, in Chateau-Gaillard: études de castellologie médiévale, VII: actes du colloque international d'archéologie médiévale tenu à Blois, France, 2-7 septembre 1974
10) Henri Bresc, "Motta, Sala, Pietra": un incastellamento trecentesco in Sicilia in Archeologia Medievale VI, 1979
11) Ferdinando Maurici, Castelli Medievali in Sicilia: dai bizantini ai normanni, Sellerio 1992 e Castelli Medievali in Le Mappe del Tesoro, Regione Sicilia
12) Gaetano La Placa, Petralia Soprana: l’Ultima intervista al Prof. Gaetano Messineo, in Studi Storici Siciliani, anno III, fasc. III n. 3, marzo 2016
Dall'alto, si nota il rilievo sul quale risulta edificato il castello |
Ricostruzione di un castello normanno su motta, munito di baglio Illustrazione tratta dalla pagina FB EAC History & Heritage |
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Interessantissimo!
RispondiEliminaMi piacerebbe sapere di più anche sulle due chiese principali di Petralia soprana: la chiesa Madre e San Loreto!
Grazie dell'apprezzamento. Qualcosa sulle origini della Chiesa del Loreto si trova già nel post "U Castru" di questo stesso blog.
RispondiEliminaA breve seguirà senz'altro un post sulla Chiesa Madre.
This is wonderful! I have been looking for a description of this scholarship for many years. Thank you also for the bibliography at the end. At last I am beginning to learn so much more about this beautiful village of my grandfather, Leonardo DiGangi.We have visited four times and I hope to visit again.
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