PETRALIA NELLA CARTOGRAFIA


Atlante di Joan Martines 1587

Andando alla ricerca di Petralia nelle carte dall'Antichità al Settecento, ci si può sorprendere nel trovare molto spesso, fra una mappa e l'altra, differenze non solo nel nome della città, ma anche nella sua dislocazione geografica. Com'è noto, Petralia ha assunto, nel tempo, svariate denominazioni, elencate da Francesco Ferruzza Sabatino: a partire dal romano Petra o Petrea Urbs (che è però controverso) per passare all'arabo B.tarliah, al Petra Heliae del XII secolo, sino a Petraglia, Petralaja, Petralajum, Petrelegium o Petraliae (1) (2). Inoltre, solo a partire di una certa epoca, sono state indicate distintamente Soprana e Sottana (nella versione latina Petralia Superior e Petralia Inferior) e come vedremo, tale separazione non risulta sempre riportata. 
Nella scelta di carte geografiche che esamineremo, in ordine cronologico, abbiamo evidenziato l'indicazione riferibile verosimilmente a Petralia, e talvolta, per avere un punto di riferimento, anche quella di Enna (anche con il suo vecchio nome di Castrogiovanni).

Premessa

Nell'esaminare le mappe, è fondamentale considerare quale scopo avessero. Ai tempi antichi e nel Medio Evo, una carta non era intesa come uno strumento usato esclusivamente per orientarsi o per calcolare distanze, ma anche per esprimere valori (la religiosità oppure l'importanza della propria civiltà rispetto ad altre) in modo non verbale. Il cartografo poteva cioè accentuare dei punti per lui importanti a scapito di altri, oppure dare un orientamento generale particolare all'intera mappa.

Con l'andare dei secoli, le mappe hanno assunto sempre di più lo scopo pratico di costituire uno strumento sicuro ad uso dei viaggiatori. Ma anche in questo caso, era talvolta l'esigenza pratica stessa, a causare delle deformazioni nella rappresentazione o delle raffigurazioni incomplete.
portolani e le carte nautiche ad esempio, forniscono indicazioni solo sulle coste, e nessuna su località dell'entroterra, come può essere Petralia.
Come risulta dalla storia della cartografia, anticamente le posizioni dei luoghi venivano riportate sulla carta in base alle stime dei viaggiatori, che misuravano le distanze in passi o in giorni di navigazione e determinavano la direzione osservando il sole e le stelle. L'introduzione dell'uso della bussola, nel XII secolo, fornì maggior precisione, ma è ovvio che le difficoltà nella rilevazione e gli errori di calcolo incidevano notevolmente.

Una prima particolarità che salta agli occhi nelle carte più antiche, è la forma complessiva della Sicilia, tanto diversa da quella cui siamo ormai abituati.
Nella Tabula Peutingeriana, pergamena di datazione controversa (II-IV secolo d.C.), il territorio appare come se fosse schiacciato "a pantografo". Si tratta infatti di una "carta itineraria", un tipo di carta inventata dai Romani, per gli spostamenti militari, in cui non vengono rispettati gli angoli e le aree, evidentemente non di interesse, ma solo le distanze, con indicazione delle città e dei fiumi.

Tabula Peutingeriana 

In questa carta, non compare PETRA, e ciò, anche se uno degli itinerari indicati collega Termini Imerese con Enna. 

La cartografia tolemaica


Fra le prime carte della Sicilia, vi furono quelle elaborate dall'astronomo e geografo alessandrino Claudio Tolomeo (II secolo d.C.). Le stesse andarono perdute in epoca remota, ma è invece restata la sua Geografia, cioè il testo in greco contenente i metodi matematici per la elaborazione delle carte, le proiezioni, e una serie di coordinate di più di 8000 località, fra le quali, per quanto riguarda la Sicilia, PETRA.

Nel XV secolo, questo trattato scritto in greco fu finalmente tradotto in latino, divenendo così possibile  per i cartografi del Rinascimento, trasporre i dati di Tolomeo in tutta una serie di carte, che continuarono ad essere prodotte sino al Settecento. Nelle traduzioni dal greco in volgare, PETRA è divenuto PIETRA.
Nella traduzione del Ruscelli del 1564 (p. 47) che vediamo qui sotto, egli ha indicato a fianco delle località del testo di Tolomeo, il loro nome moderno (in volgare). A "PIETRA" corrisponde, a suo parere, "PLAZZA".

Coordinate indicate nella Geografia di Tolomeo in riferimento a Petra. 

Nelle carte di derivazione tolemaica, l‛isola venne costantemente rappresentata con un orientamento difforme dalla realtà, con la punta di Capo Lilibeo proiettata a Sud verso l'Africa. Gli storici hanno ricostruito i possibili errori tecnici che hanno condotto Tolomeo a dare questa orientazione meridionale complessiva al Capo Lilibeo (2).



Carta tolemaica del Berlinghieri - 1480

PETRA/Petralia ?

L'identificazione della città di Petra, risultante dagli scritti antichi, con l'attuale Petralia, è molto controversa. Nel tempo, sono state proposte dagli studiosi soluzioni di vario genere. Il nome è stato attribuito anche a Pietraperzia (3), e di recente, si è ipotizzato che l'antica città potesse corrispondere a Castronovo, a Cammarata o a qualche località in prossimità di Entella (Monte Pietroso di Camporeale) (4).
Osservando le varie carte di derivazione tolemaica, si nota che la posizione di PETRA, che non è molto diversa da una carta all'altra, non corrisponde minimamente a quella di Petralia. La si ritrova nei pressi di un corso d'acqua ignoto, che, nella carta del Mercatore, viene denominato Iporus, diverso e sito più ad ovest rispetto all'Imera Meridionale (indicato nelle carte) e non a prossimità di rilievi montagnosi. I soli monti presenti nelle carte tolemaiche della Sicilia sono l'Etna e il Monte Cratos (secondo Maurolico "la città di Gratteri, vicina a Cefalù, prese il nome dal monte chiamato Cratos") e Petra viene rappresentata a notevole distanza da entrambi (4).
La dislocazione è nei pressi di Siracusa, e a sud e a est di Enna. Se ne dovrebbe concludere che si tratta di un centro del tutto diverso da Petralia.
Ma vi è un dato enigmatico: in tutte le carte, in immediata prossimità di PETRA, ad ovest, troviamo ENGYON, che è considerato il vecchio sito di Gangi. Tolomeo, nel II secolo dopo Cristo, ha indicato, come abbiamo visto nel riquadro sopra, coordinate molto vicine per Petra/Pietra e per Engium/Engyon/Engio. 
Ci si chiede quindi se PETRA non possa essere davvero la futura Petralia, la quale, insieme a Gangi, abbia subito uno spostamento, per effetto della generale torsione nella rappresentazione dell'isola.
Nella carta si ravvisano comunque errori clamorosi che non possono giustificarsi neppure con la torsione suddetta: per esempio la presenza di NETUM/Noto vicino ad Enna. Inoltre non sono noti i dati sui quali si basò Tolomeo per stabilire le coordinate relative alla Sicilia, per cui non è possibile valutarne l'attendibilità.
D'altra parte, nelle carte tolemaiche il sito identificato come PETRA non corrisponde neanche a quello di Cammarata o di Castronovo, ed è eccessivamente distante da ENTELLA (indicata anch'essa nelle carte di Tolomeo). Apparirebbe invece compatibile, con qualche approssimazione, con Pietraperzia, salva però l'ingiustificata presenza, a suo fianco, di Gangi, di cui si è detto.
Infine il riferimento fatto nel 1564 nella Geografia in volgare del Ruscelli a "PLAZZA", consente anche di ipotizzare che PIETRA fosse un vecchio nome di Piazza Armerina. Sulla base di quali dati il Ruscelli ha compiuto questa identificazione? Si noti che a pochi anni di distanza, nel 1575, Leandro Albertistorico e geografo contemporaneo del Ruscelli,  non nutre invece dubbi sul fatto che la PETRA menzionata da Tolomeo corrisponda a "Petrelia Soprana e Petrelia Sottana"
In conclusione, sembra che anche sulla base dello studio della cartografia antica, l'ubicazione originaria di PETRA rimanga incerta.

Carta tolemaica del Mercator -1584
Sono stati evidenziati i nomi attuali delle città prossime a Petra

La Sicilia moderna


Contemporaneamente alle carte elaborate sulla base dei dati "antichi" forniti da Tolomeo, i cartografi rinascimentali produssero carte "nuove" basate su rilevazioni più recenti e con indicazioni scritte non più in latino ma in volgare, che non presentano più la deformazione tipica tolemaica.
In una fase intermedia, la Sicilia è così apparsa con una forma triangolare simile a quella attuale, ma restando comunque rappresentata con un orientamento generale verso sud.


Buondelmonti- 1420
La forma generale della Sicilia è corretta
ma viene rappresentata orientata verso sud.

Allo stesso tempo, nella seconda metà del Cinquecento, sono state elaborate carte basate sui dati geografici nuovi (con una Sicilia dalla forma ormai normalizzata) che cercavano di collocare sugli stessi, le località antiche risultanti dalle fonti greche e latine. In questi tentativi rinascimentali di ricostruzione della Sicilia di età romana, è stato anche indicato PETRA, centro che risultava appunto dalle fonti scritte (Cicerone, Plinio ed altri). 

Un primo esempio di questo tipo si trova nella carta di Abraham Ortelius, risalente al 1584, PETRA viene chiaramente localizzata nel punto ove insiste l'attuale Petralia, e oltre al nome latino di PETRA, viene indicato quello dei suoi abitanti: PETRINI.


Ortelius - Sicilia antica 1484

La carta è però frutto di un'interpretazione rinascimentale e non deve ritenersi necessariamente attendibile, nell'identificare PETRA con la Petralia di quell'epoca. Fra le carte che forniscono una ricostruzione della "Sicilia Antiqua", vi è anche quella di Cluverio, che ai primi del Seicento, pone anch'essa PETRA nel sito odierno di Petralia (5).


Versione in greco della ricostruzione della Sicilia Antica di Cluverio (1619)

Anche Cantelli, nel 1682 fa lo stesso tipo di scelta, precisando nella sua carta "PETRAGLIA SUPERIORE olim PETRA", ma si tratta anche in questo caso, di una mera ricostruzione non dotata di certezza.

Le due Petralie


Una delle prime carte in cui vengono indicati i toponimi in volgare e non più in latino, e la prima in cui vengano indicate separatamente le due Petralie, è quella, riprodotta sopra, risalente al 1420 circa, disegnata dal religioso e viaggiatore fiorentino Cristoforo Buondelmonti. Nella stessa però, come ha rilevato Rosario Ferrara, vengono curiosamente riportate le seguenti diciture: PETRALIA TOSOMURANA e PETRALIA LOSOTANA. Una peculiarità della carta è la presenza di disegni raffigurativi delle caratteristiche delle città indicate. Petralia Soprana risulta rappresentata come una città fortificata, a differenza di Petralia Sottana, ed ha proporzioni che ne indicherebbero la maggiore rilevanza.

Le due Petralie sono inoltre evidenziate al pari di città che oggi sono ben più importanti, il che fa riflettere sul ruolo da loro avuto nella storia siciliana del Medioevo.

Andrea Cantile scrive che il Buondelmonti visitò personalmente la maggior parte dei paesi da lui raffigurati, che descrisse con copiosità di note geografiche e di curiosità storiche (7). Pare appurato che egli si sia recato effettivamente nelle isole della Grecia, ma non è invece noto se lo abbia fatto anche per la Sicilia, da lui rappresentata più tardi, con una carta aggiunta a quelle che componevano originariamente il suo Liber insularum. Non è neppure noto da quali fonti abbia tratto i nomi riportati.

I geografi immediatamente successivi al Buondelmonti si appoggiarono al suo lavoro, e così fece per esempio Enrico Martello nella sua carta del 1480, che riporta le stesse diciture anomale del geografo fiorentino.


Enrico Martello 1480

Invece una copia diversa della carta del Buondelmonti, effettuata decenni dopo la sua morte, fra il 1465 e il 1475, vediamo che i nomi delle due Petralie sono stati storpiati dal copista in modo diverso: PETRALIA LASONURANA e PETRALIA LASORRANA.



Buondelmonti. Copia del 1465-1475

Circa le anomalie nella toponomastica, specie per quanto riguarda le località non universalmente note, va considerato che le carte erano manoscritte, e che ogni successiva copia dall'originale richiedeva quindi l'opera di un amanuense, che poteva sbagliare nel leggere o nel trascrivere certi nomi che non avevano per lui un significato riconoscibile o che venivano interpretati in modo errato. Si pensi a quanto è tuttora facile sbagliare nel ricopiare una parola straniera, se non si conosce la lingua.


Girolamo Ruscelli - 1574

Nella carta elaborata da Girolamo Ruscelli nel 1574, si ritrova una mescolanza di dati eterogenei. La mappa è di derivazione tolemaica, ma la toponomastica è in volgare. Troviamo stavolta il nome PETRAGLIA. La dislocazione geografica del centro però, non è quella individuata da Tolomeo, ma neanche coincide con quella dell'attuale Petralia, risultando invece in prossimità di Agrigento. Un'altra particolarità di questa carta è l'indicazione MIROSA, che ha un'assonanza con la contrada IROSA. Ci si chiede se l''indicazione possa leggersi come M. Irosa cioè Marchesato di Irosa.


Autore francese ignoto - 1504-1515

In questa carta francese del Cinquecento, le due Petralie sono indicate separatamente ma senza alcuna precisazione che le distingua l'una dall'altra, e i simboli descrittivi che le accompagnano, sono stavolta propri di cittadine di secondaria importanza, a confronto con quelli adoperati per indicare ad esempio Cefalù.





Nella carta qui sopra, del 1525, risulta un solo centro, che si chiama PETROLIA, in linea con una delle etimologie proposte per il nome di Petralia: "Petrae oleum" in riferimento all'acqua bituminosa della sorgente della Madonna dell'Olio.


Musei Vaticani - Ignazio Danti -1580

Nella carta dei Musei Vaticani, diversamente dall'uso adottato attualmente, la Sicilia viene rappresentata con il Nord (e la punta dell'Italia) in basso, come aveva fatto il geografo arabo-normanno Al Idrisi nella sua Tabula Rogeriana del XII secolo.


Mercatore 

Nella carta del Mercatore viene menzionata una sola Petralia, e si nota nelle vicinanze "RayhalSattani" che è Resuttano.

Atlante nautico del Mondo di Joan Martines (1588)


Il bellissimo manoscritto di
Joan Martines è fatto per essere decifrato girando attorno alla mappa. Le città della parte settentrionale della Sicilia, fra le quali le due Petralie, si guardano e si leggono dalla parte opposta. I disegni che rappresentano le varie città appaiono simboli senza una reale corrispondenza con le località raffigurate.
Lo scopo della mappa non è infatti pratico, ma piuttosto decorativo. Alla fine del Cinquecento, la cartografia manoscritta, anziché essere totalmente soppiantata dalla nuova cartografia a stampa, fu incoraggiata da ricchi committenti, desiderosi di possedere oggetti unici, riccamente decorati, eseguiti appositamente per loro e destinati ad arricchire le biblioteche.
A seguire, ecco un altro esempio piu' tardivo di orientamento cartografico anomalo dell'intera Sicilia, in una cartina manoscritta del 1690.


L'isola viene rappresentata con il Nord in basso.


Petralia è indicata come un'unica città dal nome di PETRANIA. Nella stessa carta troviamo anche un PETRALIA (o PETRASIA?) che però per la sua dislocazione a sud, appare essere Pietraperzia, ma a qualche distanza è indicato anche un PERA.



Vicino a Gangi e a Polizzi troviamo PETRANIA


Carta manoscritta - 1690
Petralia o Petrasia è qui da intendere come Pietraperzia
La mappa stampata di Leandro Alberti, pur essendo dello stesso anno di quella del Martines, ha evidentemente una funzione diversa, e cioè soprattutto pratica. Nella stessa troviamo finalmente le due denominazioni definitive delle Petralie: SOPRANA e SOTTANA.



Leandro Alberti - 1588

Nella carta seguente, edita qualche anno dopo, agli inizi del Seicento, vengono usate le due diciture in latino: PETRALIA SUPERIOR e PETRALIA INFERIOR.

Willem Janszoon Blaeu (1571-1638)

Nelle carte del Settecento i due nomi definitivi sono ormai utilizzati stabilmente. Come può vedersi nella mappa qui sotto, non sempre è esatta la dislocazione rispettiva delle due Petralie. La dicitura "Bar.", sta per "baronia" dato che le due Petralie, terra feudale, appartenevano entrambe alla Baronia delle Petralie, facente parte della Contea di Collesano. 
La linea tratteggiata indica il confine fra il Valdemone, vallo cui apparteneva Petralia, e il Val di Mazara. Troviamo anche l'indicazione dei rami dell'Imera Meridionale o Salso: Petralia e Pellizzara.



Guillaume De L'Isle - 1711

Ecco in questa carta del 1762 (dove Petralia non è indicata), i tre valli di Sicilia: Val di Mazara, Val Demone e Val di Noto.  



Qui sopra una carta topografica del territorio di Petralia Soprana e di Bompietro risalente al 1832. Sotto, la carta catastale dell'abitato di Petralia Sottana (prima metà del 1800).



Risale al 1840 circa la cartina catastale del territorio di Petralia Soprana, con l'indicazione anche dell'abitato.



Note
  1. Francesco Ferruzza Sabatino, Cenni storici su Petralia Soprana, Pezzino Palermo 1938
  2. Guido Macaluso, Petralia Soprana, Guida alla storia e alla storia dell'arte, Palermo 1986
  3. Giovanni Andrea Massa, La Sicilia in prospettiva, cioè Le Città, Castella, Terre, e Luoghi esistenti, e non ..., Volume 1 -1709, Palermo
  4. Michela Gargini, Petra: Riesame della documentazione storica e archeologica, in Seconde Giornate Internazionali di Studi sull'Area Elima (Gibellina, 22-26 ottobre 1994)
  5. Maria Adelaide Vaggioli, Immagine e immagini del territorio entellino nella cartografia siciliana (XV e XIX secolo), in Seste Giornate Internazionali di Studi sull'Area Elima e la Sicilia occidentale nel contesto Mediterraneo, Erice 12-16 ottobre 2006 , Pisa 2009
  6. Maria Ida Gulletta, La Sicilia delle immagini nella cartografia storica ; XV –XVIII secolo, in Seste Giornate Internazionali di Studi sull'Area Elima e la Sicilia occidentale nel contesto Mediterraneo, Erice 12-16 ottobre 2006 , Pisa 2009 
  7. Massa, La Sicilia in prospettiva, cioè Le Città, Castella, Terre, e Luoghi esistenti, e non ..., Volume 2 -1709, Palermo
  8. Andrea Cantile, Lineamenti di storia della cartografia italiana, Geoweb, Roma 2013

Consulta anche:
- Paolo Militello, L'isola delle carte: cartografia della Sicilia in età moderna, Franco Angeli, 2004



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Commenti

  1. buon giorno e buone feste, articolo ben fatto. Mi piacerebbe avere maggiori informazioni sulla carta manoscritta del 1690. da quale opera è tratta? avete un riferimento su gallica? Biblioteca Nazionale di Francia. La ho cercata ma non sono riuscito ad individuarla. Grazie

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  2. buongiorno, molto-molto interessante, bella ricerca. Avrei la stessa doamnda: poteri avere un riferimento per la mappa del 1690, la Sicilia rovesciata? grazie

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